Voglio proporvi questo scritto di un caro amico, che non c'è più, per una riflessione, che credo sia da leggere con attenzione. A te Stefano.
"Non riteniamo che sia semplicemente una riflessione. Queste righe sono il grido di un Anima, sono il sorriso di un Anima. NDR"
"Sapete chi siamo? Ricordate, signori maestri? Siamo quelli che definiste "con una Ciavatta in meno"; siamo quelli del "99 e il resto Mancia". Siamo infatti quelli che non hanno mai chiesto che piazza Walter Rossi venisse ribatezzata. Siamo infatti quelli che non hanno nulla in contrario a che un parco o un giardino venga dedicato a Ivo Zini, a Roberto Scialabba o a Giorgiana Masi. E siamo quelli che sono d'accordo a che venga eretto un monumento a Valle Giulia per ricordare tutti i Caduti degli anni di piombo, ma proprio tutti, senza distinguo e senza classifiche o preferenze. Ma soprattutto senza nessuno che si metta in cattedra a fare la morale sulla vita e sulla morte altrui. Siamo quelli che proprio non capiscono perchè mai qualcuno possa chiedersi se sia opportuno o meno onorare la memoria di un diciassettenne morto dopo una lunga agonia per esser precipitato da un muretto, con le chiavi di casa strette in mano, nel tentativo di sfuggire all'agguato mortale di più adulti. Siamo però quelli che temono di averlo capito questo perchè. Forse non ci perdonate di esser quelli che hanno una percezione metafisica, che vibrano con i loro morti, che li onorano ogni anno, generazione dopo generazione, rigenerandosi con essi. Perchè siamo quelli che non costruiscono paradisi artificiali in terra e perciò sentono i legami sottili con le dimensioni profonde. Perchè siamo quelli che sanno che il sangue è spirito e siamo quelli che non scordano e non dimenticano i loro morti. E se altri, meno sanguigni e più cerebrali di noi, non riescono a farlo, ci dispiace per loro. Siamo comunque quelli che non hanno mai rotto una targa commemorativa di un Caduto che ci fu avverso e che non ne hanno mai deriso la memoria. E sapete perchè abbiam fatto così malgrado gli sfavorevoli rapporti di forza e nonostante i vostri insulti e il vostro livore? Perchè ci siamo comportati così nei tempi che rimpiangete tanto in cui "uccidere un fascista" -ricordate- "non era un reato"? Perchè saremo anche stati allievi ribelli, irrequieti, turbolenti, pessimi, magari pericolosi, ma non abbiamo mai avuto cattivi maestri e, se li avessimo avuti, li avremmo cacciati a pedate. Perchè siamo quelli che ragionano con il cuore. Siamo quelli che hanno provato a tutti che l'amore (l'a-mor) è più forte dell'odio. Siamo quelli cui le grinfie ringhianti dei commissari politici, dei censori, dei custodi dell'Ade, non hanno mai spento il sorriso. Il sorriso in cui ci confondiamo con Francesco e con tutti i nostri Angeli Custodi che sono tra noi e traboccano di felicità".
Stefano Cortini