Immerso nel parco naturale del Beigua sorge la Badia di Tiglieto, il primo insediamento cistercense d'Italia, figlia del monastero cistercense francese di La Fertè, fondato l'11 Ottobre 1120. L'insediamento sorge in una località, sulle sponde del torrente Orba, anticamente denominata "Civitacula", toponimo che ritroviamo nel nome originario del monastero, Santa Maria e Santa Croce de Civitacula rimasto sino al 1131, quando il nobile Ponzone Anselmo II donò ai monaci un appezzamento di terreno chiamato Teletum. L'abbazia divenne il cento socio economico della vallata dando un forte impulso all'economia locale trasformandosi in un punto di riferimento molto importante, Papa Innocenzo II la confermò nel 1132. Nel 1442 Papa Eugenio IV nominò commendatore della abbazia il fratello, il Cardinale Giorgio. Iniziò poi un lento ma inesorabile declino della Badia, che fu anche convolta in episodi bellici. Nel 1635 la Badia, e tutti i possedimenti relativi furono donati in perpetuo al Cardinale Raggi, la cui famiglia è tuttora la proprietaria della Badia e relativi possedimenti. Dopo un brevissimo periodo di riapertura delle attività monastiche ( nel 2000 ) la Badia non ospita attualmente nessuna comunità religiosa.
La storia, seppur molto interessante, non rende pienamente giustizia al luogo ed al complesso monastico. La prima cosa che colpisce è la pianura alluvionale ove sorge la Badia, posto ideale per le coltivazioni e molto raro da trovare nelle valli montane, la quiete è quasi mistica ed il Crocefisso posto alla fine del viottolo che conduce alla Badia da un tocco ulteriore di Sacro. La mente corre ai primi monaci che, esplorando il territorio scoprirono questa piana alluvionale, posto ideale per impiantare un monastero cistercense, la cui regola prevedeva che il monastero dovesse essere autosufficiente. Quale fu la loro reazione ? Quanta fu la loro gioia ? Quanti furono i canti che elevarono per ringraziare il Signore ?
Il Chiostro all'interno del monastero è dominato da aiuole ben curate e mazzi di lavanda che, visto il periodo della nostra visita, purtroppo erano sfiorite, ma senza dubbio in primavera il profumo deve pervadere l'intero chiostro. Il sentiero delle aiuole del chiostro riprende, stilizzato, il nodo di Re Salomone1 che è onnipresente nella sala del Capitolo. La sala del Capitolo, come la vediamo oggi presenta un altare, inserito in epoca seicentesca, quando la sala capitolare fu trasformata in cappella privata della famiglia Raggi.
Non si possono non notare dei capitelli con creature fantastiche e mitologiche che fanno immediatamente pensare alle decorazioni della Cattedrale di Carcassonne. Altra peculiarità, che per altro si ritrova in molte altre chiese / fortezze una per tutte Mont Segur, è che attraverso il rosone posto sopra l'ingresso il giorno del Solstizio d'estate il sole illumina l'Altare all'interno della Badia. Purtroppo quest'effetto spettacolare e mistico non è più osservabile in quanto, durante i lavori di ristrutturazione la volta fu parzialmente coperta, ostruendo così l'accesso del sole.
L'interno della Chiesa ha tutti gli elementi classici, due sono le particolarità che meritano di essere messe in luce. L'ossario dei monaci all'interno della chiesa stessa è un elemento caratterizzante della vita "inclusiva" che veniva condotta all'interno della Badia. Figurativamente anche i monaci sepolti nell'ossario continuavano ad essere presenti nei momenti di maggior pregnanza: i momenti di preghiera.
La lapide che copre la tomba, la salma ora è stata traslata, del Marchese Raggi, fervente monarchico riporta una frase significativa " Servì sempre fedelmente il re pregate pace all'anima sua". Tristemente constatiamo che forse i Savoia non furono altrettanto fedeli all'idea di monarchia quanto il Marchese Raggi.
Il complesso trasmette una atmosfera vandeana. Pare quasi di essere immersi ne "La stregata" di Barbey d'Aurevilly; tutto ce lo ricorda, la boscaglia, la radura, il vicino torrente, l'abazia stessa.
Da sottolineare come l'intero complesso monastico sia di proprietà privata, ma assolutamente ben conservato con un servizio di visite guidate di ottimo livello; un plauso e un riconoscimento alla famiglia Raggi.
Concludendo, una meta da raggiungere e "assaporare" come esperienza formativa su più livelli.
1) Il Nodo di Re Salomone simboleggia l'unione fra il Divino e l'Uomo ed è un simbolo molto utilizzato nelle chiese paleocristiane. Attualmente in Svezia indica un luogo considerato patrimonio nazionale. Per i Cavalieri Templari rappresentava l'alleanza sacra fra il Cavaliere e Dio. Non stupisce quindi questo ripetersi, quasi ossessivo del simbolo nella Badia di Tiglieto; Bernardo di Chiaravalle che era un monaco Cistercense e fu anche colui che redasse la Regola del Tempio