Nelle prealpi lombarde, nel triangolo lariano sino al 1970 v'era una festa legata alle tradizioni agricole e contadine, la festa dei Narcisi. La festa si teneva in primavera ed era legata ai riti celtici della fertilità. Al mattino tutti si recavano nei prati e si raccoglievano tutti i narcisi. Nel pomeriggio si ritornava nel paese e si addobbavano i carri con mazzetti di fiori. Anticamente venivano addobbati i carri utilizzati nei lavori agricoli, dagli anni 50 si utilizzarono carri allegorici.
Il giorno dopo c'era la sfilata per le vie dei paesi e ogni carro era preceduto da una ragazza che simboleggiava il potere della vita e della fertilità. Dopo la sfilata c'era la benedizione e poi una festa in cui si consumavano le castagne avanzate dalle scorte invernali con l'immancabile accompagnamento di polenta e salsicce.
La festa, oltre a trarre origine dai riti della fertilità, aveva lo scopo di “ripulire” i pascoli dai narcisi che, seppur molto belli rovinavano il latte delle mucche rovinando il caglio. Quindi prima di riportare le mucche ai pascoli alti si provvedeva affinchè gli stessi fossero ripuliti dai fiori. Un'altra semplice motivazione era quella di dare l'ultimo momento di svago prima dei duri momenti di lavoro estivo. La festa fu sospesa per le pressioni degli ambientalisti e con il sottile beneplacito della Chiesa che non vedeva di buon occhio una festa di chiare origini pagane.