Già Platone aveva criticato ampiamente il sistema democratico.. Alla base della sua critica vi è sostanzialmente l’ostilità nei confronti della democrazia, vista dal filosofo come degenerazione dello Stato. Questo è comprensibile non solo perché Platone discendeva da una nobile famiglia, ma soprattutto perché la democrazia appena restaurata nell’Atene dell’epoca aveva dimostrato più volte, come ad esempio con l’uccisione di Socrate, le sue debolezze, i suoi limiti e i suoi contrasti.
Il contrasto evidente fra la politica, intesa come servizio alla nazione ed al suo popolo e i politicanti appare confermare le critiche platoniane al sistema democratico. La deriva fra politica e politicanti è plasticamente mostrata dal centro degli interessi che non sono più la nazione ed il popolo ma bensì i bisogni della finanza apolide e un ipercapitalismo che dichiara chiaramente le sue intenzioni.
Il popolo non è più visto come il punto focale della nazione, ma come massa informe che deve essere plasmata e utilizzata senza scrupoli. Basti pensare alla distruzione dello stato sociale, alla distruzione della stessa coesione nazionale.
Trasmissione intrinsecamente eretica
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