Nel 1980 Jünger ottenne il prestigioso Premio Goethe (conferito, tra i pochi, a Bertolt Brecht e Thomas Mann) che lo consacrò tra i massimi scrittori e pensatori tedeschi del Novecento; il merito stava soprattutto nell'analisi (e nella critica) della modernità; questo è il campo in cui le sue potenti intuizioni ne fanno, fra l'altro, uno degli intellettuali più discussi del XX secolo.
Brevi riflessioni su Ernst Junger
"Chi non si è soffermato davanti al severo
e tetro strumento che si accompagna
alla falce nella destra del dio
e le cui linee ripetè Durer?
Dall'apice aperto il cono inverso
lascia cadere la sabbia minuziosa,
oro graduale che si libera e riempie
il concavo cristallo del suo universo.
Nei minuti della sabbia mi sembra
di sentire il tempo cosmico: la storia
che racchiude nei suoi specchi la memoria
o che il magico Lete ha dissolto.
La colonna di fumo e quella di fuoco,
Cartagene e Roma e la loro stretta guerra,
Simone Mago, i sette piedi di terra
che il re sassone offre al re norvegese,
tutto trascina e perde questo instancabile
filo sottile di sabbia numerosa.
Non mi salverò io,fortuita cosa
di tempo, che è materia così friabile."
(da "L'orologio a sabbia" di Jorge Luis Borges)
Cosmo e Caos, ordine e disordine, Essere e Divenire; detto altrimenti: cocciuto resistere delle forme all'indomabile flusso, irreversibile ed irripetibile, della vita. Ne fu cosciente per primo Eraclito: non si può ribaltare le clessidra della propria esistenza. Precipitati nell'oscura metamorfosi "ctonia" del Divenire che riempie e svuota le cose, gli affetti, gli amori, le stagioni della vita, invochiamo l'intervento divino a porre fragile argini che consentono il fiorire delle forme. Irriducibili combattenti che sanno della morte ma non posano le armi, guardiamo tutti al vecchio capitano di vascello che insegna l'arte della vita degna: Ernst Junger.
Era il 1895 quando sulle rive del Neckar, ad Heidelberg, nasceva - il 29 Marzo - l'uomo che avrebbe avuto la vita più straordinaria, imprevedibile, rischiosa ed eroica, di tutto il XX secolo.
L'uomo delle mille battaglie, passate attraverso i deserti della Legione Straniera, le trincee della prima guerra mondiale, i bombardamenti aerei della seconda, più volte ferito ma sempre miracolosamente sfuggito alla morte.
Il conservatore ribelle che, seppur in divisa di ufficiale nazista, attenta alla vita di Hitler mentre altri pavidi ciambellani assistevano inermi all'assurdo olocausto che, di lì a poco, avrebbe inghiottito il loro Walhalla di cartapesta (con tutto il rispetto per Wotan e la sua nobile schiatta), fu così che rischiò due plotoni d'esecuzione, il primo per alto tradimento ( ma lo salvarono la mancanza di prove inoppugnabili nonché la fama di scrittore e di eroe decorato della prima grande guerra ), il secondo nel 46, quando le forze alleate tentarono di trascinarlo sul banco degli imputati del processo di Norimberga ma non vi riuscirono anche per l'interessamento, sorprendente ma emblematico, di Bertolt Brecht.
E' chiaro fin da subito che non abbiamo a che fare con la vita comoda e scontata di uno di quei milioni di pusillanimi che hanno infestato, e continuano a farlo, la nostra abbietta modernità.
I primi sintomi di insofferenza verso la mediocrità borghese che lo circondava si ebbero già in giovinezza, quando Junger si iscrisse ad una sezione del movimento giovanile "WANDERVOGEL" che univa "un forte spirito romantico, idealistico e pangermanico, con ideali di vita all'aria aperta".
Fin qui, con sintesi azzardata, il Miles, l'eroe, l'uomo d'azione; eppure insieme ed inscindibile compare il pensatore, lo scrittore, l'entomologo, il botanico, il goethiano che faustianamente, non si sottrae al confronto diabolico con la modernità ed anzi, meglio di tanti intellettuali, la comprende nella sua essenza.
Ispirato ad Ermes, nume della metamorfosi i cui calzari alati gli donano il senso del cielo e della terra, della contemplazione apollinea e del vitalismo dionisiaco, scrisse una serie sterminata di romanzi, saggi filosofici, trattati scientifici (a lui si deve la scoperta di due specie di insetti). Conobbe il grande filosofo Martin Heidegger, il quale, per sua esplicita ammissione, trasse dagli scritti di Junger alcune intuizioni fondamentali soprattutto riguardo "La questione della tecnica"; vertice di questo incontro destinale nella storia del pensiero contemporaneo fu il saggio "Oltre la linea", lucida diagnosi di un mondo che, vivendo "Di là dal bene e dal male", brancola nel buio dell'insensato che è terreno fertile al dilagare dei miraggi tecnologici e delle mercificazioni del vivente.
"Due volte la cometa" non basta a rendere conto della sua esistenza; il fatto che egli abbia assistito per due volte al passaggio della cometa di Halley, la cui rivoluzione dura settantacinque anni, ci dice della quantità, non della qualità; questa però si svela soltanto a chi sa andare oltre i dogmi di una cultura atrofizzata che, piegata dalla propria ingobbita vecchiaia, è costretta a guardare troppo in basso per sapere che, al di sopra della sua portata, si aprono più fulgidi orizzonti. Mentre lui, Ernst Junger, non conosce vecchiaia perchè rinnova ogni volta la sua giovinezza nelle sempre più folte schiere che, sotto le insegne del suo pensiero, attraversano gli impervi sentieri del mondo annunciando il loro rullo di tamburi; eroici commandi già imbracciano l'arme nuova dell'Arte che parla il linguaggio del Mito nell'epoca meno mitica della storia d'occidente.
Ares guerriero si cinge d'alloro, Ermes rinasce Euforione ed il divino aulete risponde, sotto nuove spoglie, all'esortazione d'annunziana:
... "Rialzerò le candide colonne,
rialzerò l'altare
e tu abiterai unico dio.
M'odi: te ornerò con arti nuove.
E non avrà l'eguale.
Meraviglioso artefice son io...."