Già una cinquantina di anni fa alcuni di noi l’avevano accompagnata in questo ciclico ed eterno rigenerarsi. Ci aveva guidato sulle Alpi, sulle coste dell’Istria, sulle vecchie strade romane della Liguria e poi su quelle della Galizia guardando il sole sprofondare nell’ Atlantico.
Quante esperienze ed emozioni che ora cercheremo di non disperdere, sforzandoci di tramandare, affinchè “servano” a coloro che vogliano vivere un eterno sogno e trasformarlo in realtà, pur con tutti i limiti del nostro agire umano.
Quando tratteremo del passato vedremo di tacere il vecchio e recuperare il “senza tempo”, ciò che è stato, che è e che sarà l’essenziale. Cercheremo di trattare i vari argomenti con lievità, da non confondersi con superficialità. Mischieremo sfolgoranti cattedrali gotiche a chiostri romanici, imponenti castelli a rovine misteriose, poesie moderne ai versi dei trovadori. Dalle nostre pagine parleranno docenti universitari, vecchi e nuovi militanti politici, ma parlerà anche il vento che ci porterà il sussurro dei boschi e il fragore del profondo oceano.
Fra i protagonisti vi sarà l’Europa; l’Europa di Lepanto e del Civis Romanus, dei monaci amanuensi e di Dante. Fra le strade d’Europa che percorreremo fra rovi e rovine vi sarà quella probabilmente determinante: la strada lunga 770 anni che divide Covadonga da Granada.
“Bagatelle” insomma che ciascuno di noi modulerà con i suoi tempi e la sua inclinazione.