Non poteva mancare un pò di ricerca storica su una delle più famose canzoni che ultimamente è stata protagonista di cantate in Chiesa ed al Parlamento Europeo. Come sempre la storia, quella frutto di ricerche, da dei risultati incontrovertibili. Non vogliamo certo cambiare il senso comune della canzone, vogliamo semplicemente presentare il nostro lavoro. Certo con un pò di irriverenza proponiamo testo e musica di Bella Ciao delle Mondine.
La prima apparizione della canzone fu nel 1919, quando Mishka Ziganoff, registrò la canzone nell'ottobre 1919. Ascoltandola non si può non notare l'assoluta assonanza con la ben più famosa canzone "partigiana". Quindi è storicamente certo che la melodia yddish fu composta da Mishka Zigaroff e probabilmente incisa in America. A questo punto si rileva una mancanza di riferimento nella storiografia partigiana1 della nota canzone sino ad una certa data2, solo nel 1953 la canzone fu inserita in una raccolta di canti partigiani da parte dei giovani del PSI e solo nel 1957 l'Unità la pubblicò come canto della resistenza. Ma il vero eplodere del fenomeno fu nel 1964. Infatti nel 1964 la canzone fu presentata al Festival dei Due Mondi3 di Spoleto. Precedentemente a questa data nel 1962 la cantante Giovanna Daffini" nel la "voce delle mondine", a Gualtieri di Reggio Emilia nel 1962 davanti al microfono di Gianni Bosio e Roberto Leydi aveva cantato una versione di Bella Ciao nella quale non si parlava di invasori e di partigiani, ma di una giornata di lavoro delle mondine.
La storia non mente, ciò non vuol certo dire che Bella Ciao nella versione partigiana sia assunta, a livello di inno partigiano, vuol dire semplicemente che la sua consacrazione fu a posteriori, probabilmente per il fatto di trovare una canzone accettabile e non troppo comunista.
Alla mattina appena alzate
o bella ciao bella ciao bella ciao, ciao, ciao
alla mattina appena alzate
in risaia ci tocca andar.
E fra gli insetti e le zanzare
o bella ciao bella ciao bella ciao ciao ciao
e fra gli insetti e le zanzare
un dur lavoro ci tocca far.
Il capo in piedi col suo bastone
o bella ciao bella ciao bella ciao ciao ciao
il capo in piedi col suo bastone
e noi curve a lavorar.
O mamma mia o che tormento
o bella ciao bella ciao bella ciao ciao ciao
o mamma mia o che tormento
io t'invoco ogni doman.
Ed ogni ora che qui passiamo
o bella ciao bella ciao bella ciao ciao ciao
ed ogni ora che qui passiamo
noi perdiam la gioventù.
Ma verrà un giorno che tutte quante
o bella ciao bella ciao bella ciao ciao ciao
ma verrà un giorno che tutte quante
lavoreremo in libertà
1) "Storia della Resistenza italiana" (Einaudi, 1953), Roberto Battaglia, non v'è traccia di Bella ciao in Canta Partigiano edito dalla Panfilo nel 1945. Né conosce Bella ciao la rivista Folklore che nel 1946 dedica ai canti partigiani due numeri, curati da Giulio Mele. Non c’è Bella ciao nelle varie edizioni del Canzoniere Italiano di Pasolini, che pure contiene una sezione dedicata ai canti partigiani.
2) Avanti Popolo. Due secoli di canti popolari e di protesta civile, a cura dell’Istituto Ernesto De Matino (Hobby & Work, 1998). Citiamo da pagina 144. «Questo canto partigiano dell’Italia Centrale (Lazio, Abruzzo, Emilia) è la trasformazione del canto epico-lirico Fiore di tomba, di cui si conoscono versioni già sulla medesima aria. Poco diffuso, e solo in alcune regioni, durante la guerra partigiana, è diventato attorno al 1965 – in una vera “invenzione della tradizione” – il canto per eccellenza della Resistenza italiana, essendo accettabile da tutti per il suo contenuto esclusivamente patriottico e l’assenza di accenni a un rinnovamento della società»
3) FESTIVAL DEI DUE MONDI SPOLETO 1964 BELLA CIAO QUADERNI DELLA BIBLIOTECA POPOLARE DI PIADENA NUMERO UNICO IN ATTESA DI AUTORIZZAZIONE 1965 Copertina flessibile – 1 gennaio 1965 di Gruppo Padano di Piàdena (DELIO CHITTò - AMEDEO MERLI - BRUNO FONTANELLA) (Autore)