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Ruota della fortuna Codex Buranus (Click CC license)I Carmina Burana costituiscono un insieme di testi poetici medievali dell'XI e del XII secolo, quasi tutti  in latino, tramandati da un importante manoscritto contenuto in un codice miniato del XIII secolo, il Codex Latinus Monacensis  o Codex Buranus, proveniente dal convento di Benediktbeuern (l'antica Bura Sancti Benedicti, fondata attorno al 740 da San Bonifacio nei pressi di Bad Tölz in Baviera). Il codice è custodito nella Bayerische Staatsbibliothek di Monaco di Baviera.

Quello che stupisce in questa raccolta è la poliedricità dei contenuti che spaziano da racconti erotici a inni bacchici,  da canzoni d'amore a fustigazione dei comportamenti scorretti del clero. Questo rappresenta un altro dilemma storico sul perchè un corpus letterario di questo tipo sia stato conservato e forse assemblato in un convento monastico addirittura fondato da un Santo che ricevette da Carlo Martello l'incarico di cristianizzare i territori germanici.

Leggendo, ovviamente le traduzioni, il corpus vi sono alcuni aspetti che stuzzicano la fantasia.

Tutte le invettive, anche le più blasfeme non colpiscono tanto la Chiesa come istituzione,  quanto i sacerdoti che hanno abbandonato la via del sacro per inseguire ricchezze e potere. In nessun canto viene attaccata la Chiesa come istituzione sacra,  piuttosto vengono attaccati anche ferocemente gli alti prelati, compresa la curia romana.

Carme 101

 Latino Italiano
«Iam mors regnat in prelatis:
nolunt sanctum dare gratis,
[...]
Sunt latrones, non latores
legis Dei destructores»
«La morte ormai regna sui prelati che non vogliono
amministrare i sacramenti senza ottenere ricompense
[...]
sono ladri e non apostoli,
e distruggono la legge del Signore»

Codex Latinus Monacensis 4550 o Codex Buranus(Click CC license)

 

Cosa volevano comunicare questi versi? Indubbiamente volevano trasmettere un tentativo di moralizzazione del clero, del clero che si era allontanato dalla via del Signore per approdare ad una vita mondana ove fare mercimonio dei Sacramenti. Interessante la prima invettiva in cui, e non velatamente, si dice che in ogni caso la Signora Morte rimetterà le cose a posto e lo farà senza pietà, e le motivazioni addotte per l'invettiva sono assolutamente spirituali, in quanto certi comportamenti non si addicono a sacerdoti e gli stessi, con il loro comportamento distruggono la legge sacra. Altre invettive vengono lanciate, senza alcuno scrupolo contro il decadimento della chiesa e sopratutto sull'asservimento al denaro.  Quella inserita nel Carme 11 è decisamente "caustica"

Carme 111

Latino Italiano
In terra summus
rex est hoc tempore nummus
[...]
Nummo venalis
favet ordo pontificalis.
Nummus in abbatum
cameris retinet dominatum.
Nummus nigrorum
veneratur turba priorum
Sulla terra in questi tempi
il denaro è re assoluto.
[...]
La venale curia papale
ne è quanto mai golosa.
Esso impera
nelle celle degli abati
e la folla dei priori, nelle loro
cappe nere, inneggia solo a lui

 

Pensare che un manoscritto con queste invettive fosse conservato in un monastero, in pieno medioevo, sembra quasi una cosa incredibile. Ma seguendo un filo logico la spiegazione è quasi naturale. Il Codex Buranus fu evidentemente scritto a più mani da monaci erranti e da trovatori di lingua provenzale. Possibile che, guardando le datazioni, vi siano state delle contaminazioni Catare ( 1209 - 1229 ), qualche perfetto cataro o qualche trovatore cataro possono essere giunti presso il monastero, e lì in un qualche modo abbiano cercato di "incidere la storia" camuffando in poesie alcuni concetti o invettive contro l'odiato papato reo di aver proclamato la crociata contro gli Albigesi.

Ulteriore spiegazione è che i monasteri erano centri culturali, ove si incontravano viaggiatori, poeti, menestrelli e i monaci amanuensi ritenevano di avere la missione di tramandare e di trascrivere i testi. Ma non era semplice trascrizione, era qualcosa di più. L'inserimento delle miniature per illustrare il testo è senza dubbio un innovazione geniale, accompagnare il testo con immagini... quasi i primi lavori multimediali. Da non tralasciare lo spirito goliardico di innumerevoli carmi, Il Carmen Potatorium ne è un esempio magistrale, e non manca nella strofa finale un richiamo morale su coloro che disprezzano chi ha uno stile di vita socialmente inaccettabile, senza per altro conoscere veramente.

Carmen Potatorium2

Latino Italiano

In taberna quando sumus
non curamus quod sit humus
sed ad ludum properamus
cui semper insudamus.
Quid agatur in taberna
ubi nummus est pincerna
hoc est opus ut queratur
si quid loquar, audiatur.
Quidam ludunt, quidam bibunt,
quidam indiscrete vivunt.
Sed in ludo qui morantur,
ex his quidam denudantur;
quidam ibi vestiuntur,
quidam saccis induuntur.
Ibi nullus timet mortem,
sed pro Bacho mittunt sortem:
Primo pro nummata vini.
Ex hac bibunt libertini:
semel bibunt pro captivis,
post hec bibunt ter pro vivis,
quarter pro Christianis cunctis,
quinquies pro fidelibus defunctis,
sexies pro sororibus vanis,
septies pro militibus silvanis.
Octies pro fratribus perversis,
novies pro monachis dispersis
decies pro navigantibus,
undecies pro discordantibus,
duodecies pro penitentibus,
tredecies pro iter agentibus.
Tam pro papa quam pro rege
Bibunt omnes sine lege.
Bibit hera, bibit herus,
bibit miles bibit clerus,
bibit ille, bibit illa,
bibit servus cum ancilla,
bibit velox, bibit piger,
bibit albus, bibit niger,
bibit constans, bibit vagus,
bibit rudis, bibit magus,
bibit pauper et egrotus,
bibit exul et ignotus,
bibit puer, bibit canus,
bibit presul et decanus,
bibit soror, bibit frater,
bibit anus, bibit mater,
bibit ista, bibit ille,
bibunt centum, bibunt mille.
Parum centum sex nummate
durant, ubi inmoderate
bibunt omnes sine meta,
quamvis bibant mente leta,
sic nos rodunt omnes gentes,
et sic erimus egentes.
Qui nos rodunt confundantur,
et cum iustis non scribantur

Quando siamo alla taverna,       
non ci curiamo più del mondo,
ma al giuoco ci affrettiamo,
al quale ognora ci accaniamo.
Che si faccia all'osteria,
ove il soldo fa da coppiere
questa è cosa da chiedere:
Sia d'ascolto a ciò che dico.
C'è chi gioca, c'è chi beve,
c'è chi vive senza decenza.
Tra coloro che attendono al gioco,
che chi viene denudato,
chi al contrario si riveste,
chi di sacchi si ricopre.
Qui nessuno teme la morte,
ma per Bacco gettano la sorte.
Prima si beve a chi paga il vino,
indi bevono i libertini.
Un bicchiere per i prigionieri,
poi tre bicchieri per i viventi,
quattro per i cristiani tutti,
cinque per i fedeli defunti,
sei per le sorelle leggere,
sette per i cavalieri erranti,
otto per i fratelli traviati,
nove per i monaci vaganti,
dieci per i navigatori,   
undici per i litiganti,
dodici per i penitenti,
tredici poi per i parenti.
Sia per il papa che per il re
tutti devono senza misura.
Beve la signora, beve il signore,
beve il clero, beve il cavaliere,
beve questo, beve quella,
beve il servo con l'ancella,
beve il lesto, beve il pigro,
beve il bianco, beve il negro,
beve il fermo, beve il vago,
beve il rozzo, beve il mago,
beve il povero, beve il malato,
beve l'esule e l'ignorato,
beve il piccolo e l'anziano,
beve il presule e il decano,
beve la sorella, beve il fratello,
beve la vecchia, beve la madre,
beve questa, beve quello,
bevono cento, bevono mille.
Durano poco sei denari,
quando bevono tutti,
senza porsi nessun limite,
anche se bevono con animo gioioso
Così tutti ci denigrano,
e non ci offrono mai nulla.
Chi ci disprezza sia castigato
e non venga ricordato fra quanti
sono onesti.

 

Carlo Orff, Carmina Burana"

Nero Monterosa

1) Testo latino e traduzione tratto da Wikipedia

2) Testo latino e traduzione, Canto dei Bevitori

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