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Paolo Signorelli (Clik immagine)"NOI NON POSSIAMO e NON VOGLIAMO identificarci con la destra. Da anni ci siamo battuti su posizioni altre, verso un ambizioso e però legittimo posizionamento «al di là della destra e della sinistra» che, a ben vedere, sta a significare il superamento di categorie concettuali estranee alla nostra visione del mondo. Non può esserci per NOI -neppure sul piano della provvisorietà "pragmatica"- una scelta di campo a destra, laddove la destra rappresenta un'acritica accettazione di valori ritenuti tradizionali e che, invece, inverano la conservazione di un mondo di cui nulla può essere salvato, perché esso coincide con la difesa dell'Occidente che è nemico dichiarato non soltanto del Pensiero Eretico ma di qualsivoglia tensione ideale diretta a rifiutarlo ed a scardinarne l'assetto politico, sociale ed economico.
La dicotomia destra-sinistra continua a rappresentare l'alibi di comodo di quanti (vedi Area) non hanno il coraggio di SCHIERARSI sulla Trincea dell'Antagonismo che solo può rappresentare il superamento di un tempo disegnato dalla congiunzione di Giuda con Caino. Quanto poi è sostenuto da coloro i quali intendono risciacquare la loro cattiva coscienza di rinnegati cercando di dare contenuti ideali alle loro scelte di potere, vale appena ricordare che la destra o è «destra» o è «sociale»: nel momento in cui la destra si fa sociale automaticamente si estingue come destra.
La sfida politico-culturale epocale è tra l'integrazione e la ribellione al Pensiero Unico che pretende omologare, globalizzare, uni-formare, distruggere le diversità e le identità popolari. Una sfida che significa per il non-conforme andare oltre, al di là degli stanchi stereotipi rappresentati dalla destra e dalla sinistra. Anche «per farla finita con la destra» come sostiene in un suo lucido pamphlet Stenio Solinas che pure proviene dai ranghi della nouvelle vague intellettuale di destra.
Io non vengo da lì. Io appartengo ad una generazione che per una manciata di minuti non ha potuto prendere parte all'ultima battaglia della guerra del sangue contro l'oro. Non fui nel tempo giusto un leone morto, ma non sono diventato un cane vivo …
La mia generazione ebbe, a guerra finita, pessimi maestri. Vili, impostori, felloni, voltagabbana.
Il "viandante" intraprese il suo viaggio con due libri nel suo tascapane: "I Proscritti" di Von Salomon e "Rivolta contro il mondo moderno" di Julius Evola. Poi imparò a coniugare Nietzsche e Heiddeger con Platone, Marinetti con Papini, Codreanu con La Rochelle, Brasillach con Céline, Ortega y Gasset con Ezra Pound.
«A Eleusi han portato puttane …». Poi Berto Ricci e Jünger … E divenni correttamente ERETICO e jüngerianamente RIBELLE. E la RIBELLIONE e L'ERESIA hanno sempre caratterizzato il mio impegno politico e culturale. D'altronde quando si aderisce ad una Weltanschauung trasgressiva che «non va di moda» perché non puzza di usurocrazia, la contrapposizione, l'antagonismo sono obbligati e non si può non cadenzare il passo lungo le vie insidiose, ma capaci ancora di suscitare entusiasmi, della lotta. Non si accetta il popperiano miglior mondo possibile: lo si combatte e basta.
Tutto questo dovevo dirlo: personalizzando un percorso perché coincidente con la trasgressione e l'eresia di altri che è, a dir poco doveroso, ricordare per avere essi battuto «i sentieri del Terribile». Un'avanguardia procede senza voltarsi indietro a guardare cosa fanno le salmerie. E una pattuglia di notte ha come guida il sogno e le stelle."
PAOLO SIGNORELLI

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