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Il costo della rivoluzione verdeOrmai sono passati da martellamento mediatico ai fatti, alla pura speculazione. In nome dell'economia verde l'impulso iperconsumistico ha ora una giustificazione morale: "salviamo il pianeta" ed in contemporanea, silenziosamente, un altro efficacissimo metodo per fare denaro ed accumulare ricchezza.E' palese che l'iperconsumismo determina un impoverimento delle risorse del pianeta e contemporaneamente è una delle concause dei cambiamenti climatici. Una politica seria, che avesse come unico obbiettivo il benessere del pianeta andrebbe ad intervenire sulla cultura dell'iperconsumismo, andando così alla vera radice del problema. Ma questo significherebbe interrompere il "virtuoso" turbocapitalismo e il vero governo planetario, la finanza apolide questo non lo può permettere, non lo vuole.

Qualche esempio.

Ora la commissione europea vuole nutrirci con gli insetti. Questo significa dare un impulso enorme alla catena industriale di trasformazione e produzione degli stessi con costi inferiori al naturale agro alimentare. Ciò significa meno costi a ricavi invariati che tradotto più utili, più guadagni. Al contrario una campagna d'informazione e di formazione sui costumi alimentari che ci faccia tornare a mangiare tutta la carne, non solo pezzi pregiati, che ci faccia mangiare frutta e verdura di stagione non è nemmeno nelle loro fantasie. Su una vacca, macellata per uso alimentare umano, solo il 65% di media della stessa viene effettivamente consumato, il resto finisce nell'industria di recupero per farine animali. Questo è uno spreco enorme che impone un surplus di produzione e un mercato drogato. I nostri avi da una mucca macellata mangiavano tutto.

Dobbiamo risparmiare energia, e possibilmente usare le fonti rinnovabili. Nulla da eccepire ma come la mettiamo con la cultura di "sempre connessi" ? Case riscaldate d'inverno e climatizzate d'estate, acqua sanitaria così calda che per farci una doccia dobbiamo miscelare con acqua fredda, città e negosi illuminati a giorno. Come uscirne ? altra geniale ipotesi di soluzione: cappotti termici per tutte le abitazioni che radotto in  soldoni enorme inpulso alle grandi corporazioni edilizie e di materiali isolanti. Altro enorme affare. Anche qui basterebbe una campagna culturale che inizi dalle scuole elementari per dare semplici ma efficaci elementi di economia domestica, che è  micro economia. E tutte le conomie domestiche della nazione formano l'economia della stessa.

Gli sprechi alimentari altro capitolo sventolato da Bruxelles per convincerci a mangiare insetti o carne sintetica. Lo spreco alimentare è diventato una piaga. Sempre sulla spinta dell'iper consumismo, vengono gettate dalle famiglie italiane tonnellate e tonnellate di alimenti. Ove è in atto la raccolta differenziata dell'umido il problema è parzialmente affrontato, ma dove non esiste il problema è immenso. Come si fa a buttare il pane secco ? Come si fa a buttare, per esempio, testa, zampe, alette dei volatili ? o le ossa ?. Domandiamoci se i nostri nonni buttavano o riciclavano. Dal pancotto alle zuppe al brodo di ossa.

Il sale dell'Himalaya, come ben si sà è un minerale fossile. Ciò vul dire che la sua età è calcolata in milioni d'anni. Ebbene sulle confezioni dello stesso viene stampigliata la data di scadenza. Già il fatto di dare a un minerale una data di scadenza è prova di "incommensurabile intelligenza" ma in realtà questo fatto è anch'esso geniale. Il prodotto ha una scadenza, quindi poi deve essere buttato per poi comperarne un altro e via così in una catena di psicosi dilagante.

Potrà sembrare un discorso anacronistico, ma quello che veramente è necessario è una rivoluzione culturale, o meglio un ritorno a consumi alimentari e non di qualche decennio fa, certo con le dovute modifiche, attualizzate nell'età attuale.  Ma il ritorno alla tradizione è l'unica possibilità reale e concreta.

Neromonterosa

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