La distruzione simbolica del mito cosmologico norreno fu attuata da Carlomagno che nel 772 fece abbattere l'Albero Sacro sassone, derivazione dell'Albero Sacro norreno, per sradicare il paganesimo ed affermare il cristianesimo. Sul luogo dell'abbattimento dell'Albero Sacro, Obermarsberg, fu eretta una chiesa, in stile gotico dedicata a San Pietro e Paolo nel XIII secolo in sostituzione dell'edificio ligneo fatto erigere da Carlo Magno1. Il gesto venne poi replicato da San Bonifacio, missionario anglossassone che, nel 723 presso il villaggio di Geismar ( Assia del Nord ), secondo la tradizione abbattè a colpi d'ascia l'albero di Thor, venerato dalle popolazioni, per dimostrare la superiorità del cristianesimo al paganesimo.
Fonti
Correntemente conosciuto come Prosa Edda si intende la produzione dell'erudito Snorri Sturluson scritta intorno al 1220 è una raccolta imponente di miti cosmologici norreni. Il corpus è giunto sino a noi in sette differenti manoscritti, realizzati nel periodo tra il XIV e XVII secolo e si suddivide in tre parti strutturate, precedute da un prologo. La prima, denominata "l'inganno di Gylfi"2 in cui Snorri racconta dei miti e delle divinità maggiormente coinvolte nella cosmogonia norrena, la seconda chiamata "dialogo sull'arte poetica"3, in cui si parla delle metafore, forma poetica molto in voga, recitate dagli Scaldi, versione scandinavo-vichinga dei menestrelli e trovatori. La terza e ultima "trattato di metrica"4 ove si parla di rime e strofe in voga all'epoca. Seppur scritto in epoca cristiana il trattato di Snorri appare poco "epurato" dalla visione della cosmogonia cristiana, ulteriore conferma che, seppur in epoca medioevale, la cultura e il tramandare gli antichi miti era necessario.
Il Mito
Con il temine mitologia si intende lo studio articolato ed integrato dei miti e delle credenze mitiche in relazione alle tre domande primordiali dell'uomo, la creazione dell'universo, la creazione dell'uomo, il rapporto dell'uomo con la divinità creatrice. Con questa accezione il mito di Yggdrasill racchiude in se tutte le risposte, come se i creatori di questo mito avessero avuto bisogno di racchiudere in un unico mito tutto ciò che era fondamentale per dare le risposte alle domande sull'esistenza umana. Bisogna assolutamente rivalutare la cultura mitologica, lo sforzo che si fece per dare risposte sublimandole e fondendole nel divino non è operazione da poco, è un operazione intellettuale filosofica. Nel periodo moderno molti studiosi e molte associazioni si dedicarono e si dedicano tuttora, allo studio ed alla ricerca scientifica in questo campo. Ma nessuna ricerca scientifica avrà mai avere il potere evocativo del Mito così come venne concepito e raccontato dall'alba del Tempo.
L'albero poggia su tre radici. La prima va verso il cielo, e lì ci sono le tre Nome: presente, passato, futuro. La seconda va verso la dimora dei giganti. La terza raggiunge il mondo del Fuoco e lì la vacca sacra nutre con il suo latte Ymir, l'Uomo Promordiale, da qui nasce anche la fonte che è l'origine di tutti i fiumi del mondo. Ma fra le radici vi sono altre due fonti. La Fonte di Mímir, nel Mondo dei Giganti che cela la saggezza e per attingervi bisogna sacrificare un occhio, cosa che fece Odino. Fonte del Destino, situata nel Mondo degli ASI ove le tre Norme tessono il presente, il passato ed il futuro8 ( qui c'è la più incredibile ed esplicita similitudine con il mito greco delle tre Moire )
Per terminare ai piedi dell'Albero Sacro vi sono una serie di animali che, nell'eterno ciclo della Vita e della Morte a volte sono minaccia per l'Albero stesso a volte sono essenziali per la sua protezione.Il Serpente Nero che rodendo le radici dell'albero cerca di far arrivare la fine del Mondo, il Ragnarok, da notare come nel mito, le radici siano malate per effetto del Serpente Nero e che quindi la fine del mondo è inevitabile ed è per questo che le due stirpi divine si sono alleate per contrastare le orde che usciranno dal Ragnarok.9 La Capra che con le sue mammelle alimenta il Met, la bevanda sacra degli Dei, Il cervo dalle cui corna sgorga l'acqua che alimenta la fonte di tutti i fiumi. In alto fra le fronde stà L'Aquila10 che litiga con il Serpente Nero, liti fomentate dallo scoiattolo che correndo da uno all'altro semina zizzania
Commenti al racconto del mito
Non si può certo affermare che il mito abbia la linearità e la logica del mito greco, ma nella sua magnifica confusione evoca molto precisamente le paure e le speranze di un popolo che viveva in una terra di feroci contrasti, dai gaiser ai ghiacci, dalle dolci estati al gelido inverno. Nel mito sono presenti tutti i simboli propri della cosmogonia, il sacrificio che genera la vita, l'eterno conflitto fra il Bene ( forza creatrice ) e il Male ( forza distruttrice ), il fluire dell'acqua e del latte, il sacrificio degli Dei per ottenere la conoscenza. Quello che però è l'aspetto, a mio parere, più interessante è il concetto di caducità della creazione, anzi dell'ineluttabile crisi della creazione cui solo gli dei potranno porre rimedio difendendo l'Uomo dalle forze telluriche che hanno come scopo la distruzione del creato. Su quest'aspetto è interessante notare che solo nella cosmogonia norrena è presente questa raffigurazione, mentre invece le tre Norme sono praticamente identiche alle tre Moire greche ed alle Parche romane. In questo punto il mito diviene universale, non solo nei concetti, ma anche nella raffigurazione narrativa sono esattamente sovrapponibili. Quest'aspetto indica come la "contaminazione mitologica" sia avvenuta senza ombra di dubbio. Datando, o cercando di datare i miti, la cosmogonia greca dovrebbe essere stata elaborata prima della cosmogonia norrena ne discende che alcuni concetti sono arrivati dalla grecia e fatti propri dalle popolazioni scandinave.
Giglio di Francia, rappresentazione del Yggdrasil ?
Osservando una serie di bassorilievi a Externsteine, (sito archeologico megalitico ) si nota la raffigurazione dell'Albero Sacro piegato ai piedi della raffigurazione della deposizione del Cristo dalla Croce. La simbologia è sufficientemente chiara, il potere della religione cristiana e dei suoi simboli piega Yggdrasill, subentrandone nella protezione delle genti. La raffigurazione dell'Yggdrasill è tremendamente somigliate al Giglio di Francia, introdotto nell'epoca Carolingia. Che Carlo Magno, il distruttore dell'Albero Cosmico nel 772, abbia voluto comunque utilizzarne la simbologia fondendo in un unico simbolo cristianesimo e paganesimo ? E senza dubbio una ipotesi affascinante ma che resta, purtoppo, una mera speculazione logica, non essendovi documenti dell'era carolingia che testimonino questa fusione, anche se, a onor del vero il simbolo del Giglio di Francia cominciò a diffondersi proprio nell'era carolingia.
Contaminazioni culturali
La Prosa di Edda, composta intorno al 1220, non si può non considerare una possibile "pulizia" del mito in relazione alla cosmogonia cristiana. Evidentemente ciò fu fatto da Snorri. Basandosi su queste conclusioni alcuni studiosi indicano più attendibile la Edda Poetica, e il dibattito è ancora acceso. Purtoppo la mancanza di testi autenticamente norreni o la loro estrema carenza non può dare una risposta precisa. Nella stesura di queste brevissime righe si è ritenuto di valutare più attendibile la Prosa di Edda condividendo l'idea che Snorri abbia potuto attingere a fonti più pure e che, nella stesura del testo, abbia voluto tramandare ciò che riteneva più meritevole di essere tramandato. Pur in un epoca profondamente religiosa Snorri ha ritenuto che vi fossero alcuni miti che fossero meritevoli di essere tramandati, che erano così
Note
- Carlo Magno, α 2 Aprile 742 Ω 8 Gennaio 814 fu il fondatore della dinastia dei Carolingi, con la celebre incoronazione il giorno di Natale dell'800 da parte di Papa Leone III
- La sezione composta da circa 20.000 parole. Convenzionalmente le case editrici moderne considerano un racconto oscillante tra le 15.000 e le 40.000 parole
- La sezione composta da circa 50.000 parole. Convenzionalmente le case editrici moderne considerano un romanzo breve oscillante tra le 40.000 e 60.000 parole
- a sezione composta da circa 20.000 parole. Convenzionalmente le case editrici moderne considerano un racconto oscillante tra le 15.000 e le 40.000 parole
- L'arcobaleno è sempre stato un fenomeno a cui gli antichi davano profonde interpretazioni, era un fenomeno inspiegabile, e quindi per darne una spiegazione venne interpretato come un ponte fra i mondi.
- Ásaheimr, mondo degli Asi, Álfheimr, mondo degli elfi, Miðgarðr, mondo degli uomini, Jǫtunheimr, mondo dei giganti (Jǫtunn), Vanaheimr, mondo dei Vani, Niflheimr, mondo del gelo (o della nebbia secondo altre versioni), Múspellsheimr, mondo del fuoco, Svartálfaheimr, mondo degli elfi oscuri e dei nani ed Helheimr, mondo dei morti
- Il mondo sotterraneo nella cosmogonia norrena ha un posto essenziale quasi indispensabile per la creazione del mondo in una visione di dualismo continuo fra creato e distruzione dello stesso. La differenza con la mitologia greca e romana è notevole. Nella mitologia norrena il mondo tellurico è un regno a se stante, interdetto ai vivi e sigillato per impedire l'uscita e quindi la distruzione del creato. Nella mitologia greca e romana è il regno dei morti
- Qui c'è la più grande similitudine con la cosmogonia greca delle Moire. Gli estensori della cosmogonia diedero la risposta all'eterno dilemma dell'uomo su quanto si possa vivere, e la risposta fu, in piena coerenza con il mito greco, che sono le divinità che decidono quando la tua vita deve terminare, tu puoi solo decidere come vivere, ma non quanto vivere
- L'idea rappresentata nel mito è senza dubbio rivoluzionaria e frutto di profonde riflessioni. L'idea che il creato, per la sua stessa essenza, sia destinato alla distruzione non è di per se un idea filosofica semplice. La caducità umana è stata traslata figurativamente a tutto il creato e la risposta di speranza è un numero sufficiente numero di Dei e di Eroi che difendano l'uomo e il creato quando si spalancheranno le porte del Ragnarok a causa della caduta di Yggdrasill. Si può quasi immaginare l'eco di primitive battaglie per la sopravvivenza dell'uomo fra Homo Sapiens e Neanderthal
- La simbologia dell'Aquila è universale, incarna la potenza cosmica, la regina del cielo che scruta la terra