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Ritratto immaginario di Tacito di Vindelino da Spira, 1470 circa (Click CC license)Il De Germania, o più correttamente "De origine et situ Germanorum" è un opera di Tacito, realizzata intorno al 98 / 99 AC. Curiosità di quest'opera è che è l'unica di Tacito a carattere etnografico. Nel 1928 Filippo Tommaso Marinetti ne curò la traduzione dal latino. Graffiante e spettacolare la prefazione, in puro stile futurista ma assolutamente in sintonia con l'opera di Tacito.

 

Prefazione alla Germania di Tacito
Filippo Tommaso Marinetti



Contento molti che desiderano sapere perché il futurista Marinetti ha tradotto La Germania di Tacito per la “Romana”. Alla proposta del mio caro amico Umberto Notari ho risposto affermativamente:

1. Perché mi offriva un modo giovanile di cominciare una giornata caprese piena di lunghe arrostiture al sole, tuffi a capo fitto nelle liquide turchesi delle grotte verso cieli inabissati, conversazioni immense colla futurista Benedetta mentre allatta la nostra pupa rumorista;

2. Perché volevo rivivere il mio collegio dei gesuiti in Alessandria d’Egitto; i giochi rissosi dei compagni arabi, greci, negri, olandesi sotto le palme, banani, bambú, e quel vano di finestra invaso dalle gaggie dove traducevo La Germania di Tacito in francese, mangiando hallaua e compenetrando nel sogno la nevosa Foresta Nera e gli ulivi d’Italia gesticolanti nel sole;

3. Perché la nostra passione futurista per la sintesi ci permette di gustare ancora Tacito senza essere soffocati dalla ripugnante polvere del passato;
De Germania, prima di copertina (Click immagine)
4. Perché Tacito, maestro di concisione sintesi e intensificazione verbale, è lo scrittore latino più futurista e molto più futurista dei maggiori scrittori moderni. Ad esempio: Gabriele d’Annunzio.

5. Per dimostrare che la creazione delle parole in libertà non proviene da ignoranza delle origini della nostra lingua;

6. Perché la visione imperiale della Germania fissata da Tacito è tuttora politicamente istruttiva e ammonitrice;

7. Perché la brevità dell’opera mi permetteva di realizzare una traduzione precisa e viva;

8. Perché gli scrittori italiani ammirino la virile concisione Tacitiana, sorella di quella sintesi plastica della lingua italiana da noi propagandata e realizzata colla rivoluzione futurista delle parole in libertà e dello stile parolibero, contro la prolissità decorativa del verso e del periodo;

9. Perché venga dimostrata l’assurdità dell’insegnamento scolastico latino, basato su traduzioni scialbe, errate e su cretinissime spiegazioni di professori abbrutiti, tarli di testi e teste. Un efficace insegnamento della letteratura latina esige traduttori ispirati quanto i latini tradotti, e interpreti sensibili capaci di trasfondere la vita del genio. Se ciò non è possibile, urge rimpiazzare le ore di Latino idiotizzato con ore di Meccanica e Estetica della Macchina, questa essendo oggi l’ideale maestra di ogni veloce intelligenza sintetica e di ogni vita potentemente patriottica.


Edizione: La Germania di Tacito; versione di F. T. Marinetti;
La Santa (Milano): Società anonima Notari, Istituto Editoriale Italiano, Milano 1928

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