In uscita il libro di Francesco Bianco, "Una storia sbagliata, storia di un giovane spontaneista armato", che può essere prenotato ed acquistato presso le librerie "Raido" Via Scirè, 21 Roma e "Horafelix" via Reggio Emilia, 89 Roma, in questo mese di marzo.
Il testo, autobiografico, ripercorre la storia, e le storie, che sono state vissute da alcune persone tra la seconda metà degli anni '70 e gli anni '80, da un punto di vista diverso, del tutto nuovo, rispetto ai libri usciti finora su quegli anni. Vita vissuta nelle strade, con l'azione, e nelle carceri, situazioni che fino ad oggi non erano ancora state scritte, in un mix di dramma, goliardia e tragedia.
Un'altra vita rispetto a quella addomesticata di oggi dai social network, dove chiunque può inventarsi un passato e dove assistiamo al rischio delle famigerate sospensioni, come a scuola, o all'esclusione, vissute in certi pietosi casi come si trattasse di chissà quali imprese.
In questo caso, invece, come scrive Marcello Pasquale nella quarta di copertina, "(.....)il messaggio resta ed è chiaro. Nel cupo grigiore che sta avviluppando il nostro sciagurato presente, questo racconto è una voce libera e forte che dimostra come, malgrado tutto, si possa, si debba!, lottare, e se necessario soffrire, per le proprie idee".
Infine, in omaggio con il libro un CD contenente due tracce inedite degli Antica Tradizione, che potrebbero essere definite come colonna sonora del libro infatti sono state realizzate proprio con questa funzione.
Francesco Bianco è il principale animatore dell'Associazione di Volontariato “Nessuno resti indietro”, associazione nata con lo scopo di dare assistenza a chi, dopo le vicissitudini giudiziarie o personali derivanti dalla militanza politica, è rimasto solo. Le parole di Pietro Tiberi, il fondatore, restano le più adatte per descrivere questa, seppur piccola, ma con una grande anima, associazione.
"A quei giovani, che non fecero ritorno, che non cambiarono ideali e formarono una comunità umana prima ancora che politica capaci di trascorrere 35 anni e ritrovarsi come fosse passato un solo giorno, ai giovani che di generazione in generazione, come per il ripetersi di un miracolo, hanno scelto contro logica e convenienza di entrare in quella comunità umana e a cui tributiamo silenziosamente rispetto ed affetto. Finiremo forse un giorno di sentire parlare di antifascismo, e soprattutto l'odio nei nostri confronti forse piano piano andrà scemando. Anche perché spero, sapremmo dimostrare quello che siamo.
Il resto è politica , business , e NOI POCHI NOI MANIPOLO DI FRATELLI per scelta ne siamo stati fuori. Pagammo con il sangue allora, e sono passati tanti anni, e ancora ci troviamo prigionieri di quei sogni. Saliamo e scendiamo la scala dei nostri ricordi e c'è sempre lei.
"La nostra Patria, i nostri Ideali " che dopo 40 anni ancora ci vedono qui, insieme uniti. Che ci fecero costituire prima un Fondo di Solidarietà, poi un'associazione.
Li vediamo quei sogni , nelle notti di tempesta, li cerchiamo nelle sere di solitudine, ci sorridono silenziosi, in ricordo dei nostri camerati e ci dicono, che adesso siamo costretti a viverla questa storia, e che mai più NESSUNO RESTI INDIETRO.
Perché sono parte della nostra vita. E noi della loro Per sempre.
Certo, eravamo giovani...eravamo arroganti...eravamo audaci...eravamo eccessivi...eravamo avventati... solo quel tipo di giovani riesce a voler bene in questo modo solo quel tipo di giovani riesce a emozionare in questo modo, solo quel tipo di giovani ti porterà sulle stelle.
E mi auguro che riusciremo a portare in cielo o regalare un sorriso a chi del nostro mondo ancora viene calpestato, dalla sua patria.”
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Fabio Bellani