Sfogliando un quotidiano locale leggo una notizia, non dovrei meravigliarmi, non dovrei indignarmi, non dovrei provare rabbia. Ma come sempre le emozioni non le voglio controllare, voglio che sorgano libere e potenti... come un torrente montano, libero, impetuoso, cristallino.
Certamente celebrare una Messa in ricordo e suffragio dei defunti è una cosa "politicamente corretta", o meglio dovrebbe esserlo. Invece non è così. Vi sono defunti che hanno il diritto di essere ricordati cristinamente e altri che non hanno questo diritto.
Una ventina d'anni fa si celebrò una funzione religiosa in suffragio di Benito Mussolini e Claretta Petacci nel Duomo di Como. I democratici tentarono con lanci di sassi e "cariche" di impedire la celebrazione della funzione religiosa, inutile dire cosa successe e che fine fecero i democratici. Ma da allora, in pieno spirito cristiano, il Vescovo di Como vietò altre funzioni religiose, e le pressioni giornalistiche e dei servizi di sicurezza aumentarono. Chiaramente in prima fila ANPI ed osservatorio antifascista.
Nonostante tutto e tutti le funzioni religiose in suffragio continuarono ininterrotte ogni anno, presso la Chiesa al Giulino di Mezzegra. Quest'anno, il 29 Aprile solo una Corona di Fiori, causa la chiusura sanitaria. Ma il 26 Luglio, grazie ad un vero Sacerdote, e all'Associazione Culturale Mario Nicollini, si terrà la benedizione al Giulino di Mezzegra ed un omaggio con una corona di fiori ai fucilati di Dongo, precedute entrambe dal Rito Millenario del Presente.
L'articolo del quotidiano locale è illuminante, certo racconta un fatto, un evento, ma nessun commento sulla impossibilità di celebrare una funzione religiosa in suffragio dei defunti. Come se la cosiddetta "carità cristiana" sia diventata una patente che può essere data solo ad alcuni e non ad altri. Non si tratta di essere o non essere credenti, si tratta della negazione di un diritto primordiale di rivolgersi al Sacro.