Irlanda del Nord, dagli accordi di pace alla Brexit
Era il 1998 quando vennero siglati gli Accordi del Venerdì Santo a Belfast, gli accordi che cominciavano un lungo e tortuoso cammino di pacificazione nella tormentata terra dell'Irlanda del Nord.
Nell'estate del 1969 la contrapposizione tra la comunità lealista e protestante e la comunità repubblicana e cattolica era sfociata in tutta la sua violenza, causando così l'arrivo dell'esercito di Sua Maestà Britannica con il ruolo di fare da cuscinetto tra le due comunità.
In realtà l'esercito britannico in poco tempo si trovò co-protagonista di una guerra civile che vedeva impegnati sul campo la forza di polizia, la Royal Ulster Constabulary, l'IRA, l'esercito repubblicano irlandese diviso in due fazioni dal 1970, gli Official, ed i più famosi ed agguerriti Provisional, se i primi erano più teorici e a sinistra, i secondi erano senza dubbio più operativi, lasciando la teoria politica al Sinn Féin, il loro braccio politico. L'Irish National Liberation Army, invece, è la formazione marxista dalla parte repubblicana. Da parte lealista, invece, c'erano l'Ulster Volunteer Force, nata negli anni a ridosso del primo conflitto mondiale e l'Ulster Defence Association, nata all'inizio degli anni '70 dall'unificazione tra vari gruppi di difesa dei quartieri protestanti: il Red Hand Commando (l'unica formazione a non aver mai avuto agenti infiltrati né collaboratori di giustizia) e l'Ulster Freedom Fighters le due rispettive sigle operative delle formazioni lealiste.
Dal 1969 al 1998, un susseguirsi di bombe, omicidi, sparatorie, violenze, scontri di piazza che non hanno risparmiato nessuno, la violenza della guerra civile nordirlandese ha valicato anche i confini dell'Ulster, dalla Repubblica d'Irlanda alla Gran Bretagna, dalla Germania fino a Gibilterra. Questi anni sono stati comunemente denominati Troubles, problemi, in realtà si è trattato di una vera e propria guerra che ha coinvolto la popolazione di entrambe le comunità, lasciandosi dietro lutti e lunghe carcerazioni.
Esercito e polizia, contrariamente al luogo comune che li vedeva complici dei gruppi lealisti nella guerra contro l'IRA e l'INLA, forse sono stati gli unici reali vincitori, per conto del Regno Unito ovviamente, di un conflitto che con gli Accordi del Venerdì Santo ha concluso il suo corso senza un effettivo vincitore sul campo. Le formazioni paramilitari repubblicane come quelle lealiste probabilmente avrebbero potuto continuare se avrebbero avuto possibilità di vittoria, ma la realtà di quegli anni descrive una rispettiva alternanza di successi militari, senza lasciare intravedere nessuna possibilità di vittoria effettiva per nessuno dei giocatori in campo.
Le diverse formazioni paramilitari, seppur illegali, hanno continuato e continuano ad esistere ancora oggi, e da parte repubblicana, c'è stato e c'è ancora, la questione dei dissidenti: dopo il "cessate il fuoco" del Provisional IRA, hanno continuato le azioni militari la Real IRA, la Continuity IRA, la Repubblican Action Against Drugs, altre formazioni minori, e la New IRA. Quest'ultima formazione al momento sembra essere la più attiva, ed anche quella che preoccupa maggiormente le forze di sicurezza, anche se recentemente sono in una decina ad essere stati arrestati grazie all'opera di un agente infiltrato da anni all'interno di Saoradh, il partito repubblicano considerato il braccio politico della New IRA.
Va detto anche che se l'IRA Provisional ha ufficialmente deposto le armi, mentre l'INLA sembrerebbe aver intrapreso la via della criminalità, anche con lo spaccio di droga, l'UVF e l'UDA, con i loro rispettivi riferimenti politici, continuano ad esistere all'interno delle proprie comunità, nelle proprie zone d'appartenenza, restando comunque un punto di riferimento per la popolazione. Una sorta di garanzia di sicurezza per le proprie aree d'appartenenza, questo vale per entrambe le comunità, quella cattolica come quella protestante.
Attualmente con la scadenza dell'entrata in vigore della Brexit, la diplomazia si sta muovendo per imporre degli accordi commerciali, quindi nessun confine tra la repubblica irlandese e l'Ulster, l'Unione Europea e gli Stati Uniti, dove la lobby irlandese è molto forte infatti si sono mossi sia esponenti democratici che repubblicani, dicono che un ritorno del confine sarebbe come dare una spallata agli accordi di pace, mentre bisogna vedere quel che deciderà la Gran Bretagna, decisa a completare il percorso dell'uscita dall'Unione europea, dopo le minacce da parte statunitense di non stipulare nessun accordo economico con il Regno Unito in caso di un'uscita senza accordi.
Se un ritorno del confine sarebbe visto come un affronto da parte dei repubblicani, l'assenza dello stesso equivarrebbe ad un'unificazione, seppur solo economica, dell'Irlanda da parte dei lealisti, che sarebbero quindi abbandonati dal Regno Unito che potrebbe spostare i confini sul mare.
Se da parte repubblicana lo slogan principale è "Verrà il nostro giorno", l'equivalente da parte lealista è, invece, "Nessuna resa".
Aspettiamo di vedere come si evolverà la situazione nell'isola di smeraldo: dopo i dialoghi della diplomazia torneranno a parlare le armi?
Fabio Bellan