L'Irlanda del Nord, la regione dell'Ulster ha per simbolo una mano aperta di colore rosso che sormonta una croce all'interno di uno scudo.
Il colore utilizzato per lo sfondo, invece, viene utilizzato in due versioni diverse, come accade puntualmente da queste parti: lo sfondo bianco viene utilizzato dalla comunità protestante, mentre lo sfondo giallo viene usato dalla comunità cattolica.
La leggenda, risalente agli inizi dell'anno mille racconta che il trono del regno dell'Ulster era rimasto senza un re, quindi sarebbe stata una regata a designare il nuovo sovrano, in base ovviamente al vincitore. La prima mano che avesse toccato la terra dell'Ulster sarebbe stata quella del nuovo re.
Nel corso della gara quindi, Heremon O'Neill trovandosi in svantaggio si tagliò una mano per lanciarla sulla riva e divenire così il nuovo sovrano. Il colore rosso della mano starebbe a simboleggiarne il sangue.
Questa è la versione più famosa delle leggende che riguardano la cosiddetta mano rossa dell'Ulster.
Un simbolo che è stato ripreso dalle formazioni lealiste operative negli anni dei Troubles, gli anni della guerra civile nordirlandese che vanno dall'estate del 1969 alla Pasqua del 1998, l'anno degli Accordi del Venerdì Santo, gli accordi di una pace non ancora raggiunta in Irlanda del Nord, e che potrebbe esser messa maggiormente in bilico dalla Brexit, l'uscita del Regno Unito dall'Unione Europea.
Un simbolo che fino ad oggi non è mai stato dismesso dell'Ulster Volunteer Force, né dall'Ulster Defence Association, né dalle loro formazioni operative.
L'UVF accompagna la mano rossa alla scritta "per Dio e per l'Ulster", l'UDA invece al motto in latino " quis separabit ", chi separerà noi: mentre il Red Hand Commando, utilizza il simbolo anche nel proprio nome, commando della mano rossa, l'Ulster Freedom Fighters ne utilizza una variante, un pugno rosso, che potrebbe essere interpretato come una sfida ma anche come un assenso ad essere pronti al combattimento.
No surrender, nessuna resa, lo slogan ideale che accomuna le formazioni lealiste pronte a mobilitarsi per la propria comunità e per la propria identità, a prescindere di quanto possa accadere con la Brexit.
Fabio Bellani