Di questi tempi l'uragano mediatico, con mezzi infiniti, cerca di spazzare via la Storia mistificando la realtà. Dopo i dubbi su Norma Cossetto ecco arrivare puntuali i primi colpi alle Foibe. Un libro, giustificazionista sulla tragedia che colpì le popolazioni triestine, viene pubblicato e subito un quotidiano locale, Il Piccolo di Trieste, riprende ed enfatizza. Nessuna censura, nessuna parola per gli infoibati. Non siamo certo in grado di "fare opinione" non ne abbiamo i mezzi economici. Ma certamente zitti non stiamo.
La Fenice
Boicottare...chi oltraggia la nostra memoria e la nostra storia.
Una casa editrice, un tempo famosa, Laterza, da quanto si era appreso da Il giornale si appresta a pubblicare un testo di uno storico giustificazionista dei massacri delle foibe. E allora le foibe? Già dal titolo si può presumere la provocazione.
Oggi è il quotidiano di Trieste a dare ampio spazio al nuovo "messaggero della verità assoluta"...a senso unico.
Basta dare un'occhiata alla carriera dell'autore sul web, per togliersi ogni dubbio.
A chi tira fuori la scusa dell' "occupazione italiana della Jugoslavia", ignorando il secondo conflitto mondiale in corso, la solita farsa dei maltrattamenti alla popolazione ed in particolare ai bambini da parte dei soliti " fascisti cattivi " non si può che ridere in faccia.
Purtroppo, in Italia c'è ancora molta chiarezza da fare sulla questione dei territori orientali d'Italia, e del rapporto con l'elemento slavo, un rapporto che già nel corso dell'occupazione austriaca lasciava intendere il sentimento anti-italiano e che poi, dopo la prima guerra mondiale vedrà impegnati gli elementi del Tigr ( l'acronimo sta per Trieste, Istria, Gorizia e Fiume, tradotto in slavo) in armi contro gli italiani e contro gli stessi slavi che convivevano pacificamente. Alcuni di questi furono condannati a morte dopo un regolare processo per omicidio e attentati, loro volevano l'annessione di tutti i territori orientali d'Italia all'allora Regno di Jugoslavia. Quest'estate il presidente di questa repubblica, nata da una guerra persa, si è recato ad omaggiarli assieme al suo omologo sloveno, nel corso della "cerimonia per la restituzione dell'hotel Balkan" a Trieste.
Un'altra farsa di questa repubblica, il Balkan per il quale gli sloveni erano già stati risarciti negli anni '60, e non c'era nulla da risarcire. Era un covo di organizzazioni filojugoslave. Nel 1920 venne dato alle fiamme dopo che dalle finestre avevano cominciato a sparare e a lanciare bombe sulla popolazione accorsa per manifestare il proprio dissenso dopo l'omicidio, da parte di elementi filoiugoslavi, di Giovanni Nini al termine di un comizio di Francesco Giunta, il capo dei fascisti dell'epoca, in protesta per gli omicidi di Spalato
Ma non basta, più o meno contemporaneamente alla notizia dell'uscita del libro, era uscita l'ennesima notizia dell'anpi di Santa Marinella, comune alle porte di Roma, che metteva in dubbio lo stupro e l'omicidio di Norma Cossetto, la giovane istriana massacrata dai comunisti in Istria nel 1943.
Del resto tra poco arriva la data del ricordo dell'esodo e delle tragedie di Istria, Fiume e Dalmazia, il 10 febbraio, e come anno cominciano l'offensiva tesa a giustificare i crimini dei cosiddetti "liberatori". Per " lorsignori " si tratterebbe addirittura di "propaganda nazifascista".
Ancora una volta non possiamo che constatare l'ipocrisia e la malafede che contraddistinguono certi personaggi, e per questo abbiamo sempre detto, e continueremo a dirlo, che è assolutamente inutile parlare di pacificazioni, memorie condivise ed altre amenità del genere quando si ha a che fare con certi personaggi.
A Trieste, la storia del confine orientale la conosciamo bene e non saranno certo i ragli e gli strali antifa a farci cambiare idea.
Infatti il 10 febbraio noi onoriamo il gesto di Maria Pasquinelli, di cui ricorre l'anniversario, il colpo di pistola contro l'occupatore inglese alleato dei boia titini a cui si apprestava a regalare Pola, l'Istria, Fiume e la Dalmazia. Volevano anche Trieste, ma non gli andò altrettanto bene.
Comunisti iugoslavi e " italiani ", sono stati i protagonisti dei crimini contro gli italiani in una pulizia etnica, che poi si è ripetuta negli anni 90 nel corso delle guerre nei Balcani, in maniera altrettanto crudele si accanirono contro gli anticomunisti croati, serbi e sloveni, e contro le loro famiglie, ed i loro complici silenti furono i loro alleati di sempre: americani, inglesi, ed i governi compiacenti d'Europa, governo d'Alema in testa.
Basta dare un'occhiata alle foto dell'epoca per vedere le differenze, da una parte i volontari della Repubblica Sociale Italiana con sguardi fieri e sereni pur consci di stare dalla parte degli sconfitti, col rischio di andare incontro alla morte, dall'altra invece facce inespressive a " festeggiare" e pronte ad accanirsi, come solo i vigliacchi sanno a fare, come nel caso di Giuseppina Ghersi a Savona. Poco più che una bambina, fu stuprata, torturata e assassinata, dopo essersi fatti fotografare mentre la esponevano e la dileggiavano come fosse una preda di caccia, come non fosse un essere umano.
Sono sempre loro, è sempre quel filo rosso ad unirli, quelli delle stragi di via Rasella e di Vergarolla, dei bimbi di Gorla, quelli dell'infamia di piazzale Loreto, quelli che applaudivano all'invasione dell'Unghria, quelli del rogo di Primavalle, e di un lungo elenco di vigliaccherie, sono sempre gli stessi..
Semplicemente vigliacchi senza Onore
Fabio Bellani