Carmine Palladino (Click immagine)Il 10 agosto 1982, nel carcere di Novara, Pieluigi Concutelli, strangola durante l'ora d'aria, Carmine Palladino con una rudimentale garrota
Scrivere di Carmine Palladino non è semplice, non solo per la necessità di trovare le corrette parole ma sopratutto per avere l'equilibrio e la lucidità di raccontare una storia che fa ancora veramente male. Chi non ha vissuto quegli anni difficilmente può capire le condizioni in cui eravamo, accerchiati, soli, disperatamente felici e nel nostro universo esistevano solo i Camerati e gli avversari che di volta in volta erano i compagni e le istituzioni. In questo mare di emozioni nascono le condizioni dell'uccisione di Carmine. Chi ha ucciso Carmine si sa, se ne è assunto pubblicamente la responsabilità, descrivendo con lucidità il gesto estremo che aveva compiuto. Nel racconto asserisce che Carmine fu il responsabile della uccisione di Giorgio Vale avendo rilevato agli inquirenti l'indirizzo dell'appartamento in cui si era nascosto Giorgio Vale
La versione riportata da Nicola Rao, ( Colpo al cuore. Dai pentiti ai “metodi speciali“: come lo Stato uccise le Br. La storia mai raccontata, Sperling & Kupfer,) è che Carmine sia stato sottoposto alla tortura del waterboarding “Il commissario interrogò Palladino di mattina e riscontrò in lui i tipici segni di chi era reduce da una notte di trattamenti. Sguardo emaciato, occhiaie pronunciate, occhi fortemente arrossati, anzi cisposi, andatura barcollante, pesante stato di prostrazione psicofisica... Insomma, ebbe la certezza che anche il neofascista era passato per il waterboarding del "professore” e che a causa delle torture subite abbia rilevato il nascondiglio di Giorgio Vale.
Altra versione, raccontata da Stefano delle Chiaie è che la polizia localizzò Giorgio Vale mediante altre fonti d'informazione e che “fu la magistratura nella persona del Dott....., mio personale nemico, a far arrivare nel carcere di Novara la notizia del tradimento di Carmine Palladino” ( Un meccanismo diabolico. Stragi, servizi segreti, magistrati, 1994, Publicondor, Roma )
In ogni caso sia nella versione raccontata da Rao che in quella di Stefano Delle Chiaie l'informazione era in possesso degli organi inquirenti e altro fatto incontrovertibile che in base a questa informazione Carmine Palladino incontrò il suo destino.
Maria Cappa ( moglie di Carmine Palladino ) – Dichiarazioni 14.01.1983 nell'ambito dell'attentato al treno Italicus e altre storie di terrorismo correlate
“So anche che successivamente mio marito è stato cinque giorni nei sotterranei della caserma del Nucleo Operativo dei Carabinieri di Bologna. Intendo precisare che mio marito mi disse di essere stato ammanettato giorno e notte nella caserma Castro – Pretorio di Roma e subiva continui interrogatori da parte del dr Improta Umberto e del capitano Genova. Mio marito non mi riferi’ di avere fatto rivelazioni utili che avrebbero portato all’arresto di Vale Giorgio. Non credo che tale circostanza corrisponda a verita’, sia mio marito che mio cognato conoscevano Sortino Luigi oltretutto lo stesso Sortino era compagno di scuola di Palladino Roberto. Il dr Gentile interrogo’ mio marito il 01.05.82 e cioe’ 15 giorni dopo l’ emissione del mandato di cattura nel frattempo mio marito veniva continuamente interrogato dal dr Improta e dal dr Genova, non credo che tale procedura fosse regolare e chiedo che si faccia luce in merito. “
Roberto Palladino ( fratello di Carmine Palladino ) – Dichiarazioni 07.03.1983, Attentato al treno Italicus ed altre storie di terrorismo correlate
“per quanto concerne le motivazioni dell’ uccisione di mio fratello ritengo che lo stesso sia stato ucciso perche’ appartenente ad Avanguardia Nazionale. I giovani dei Nar e di Terza Posizione ritengono che noi cosiddetti vecchi attivisti abbiamo abbandonato il confronto politico ed abbiamo “calato le braghe” , in particolare tale accusa viene rivolta dai Nar e da terza posizione nei confronti di AN che e” stata sciolta nel 1976. In linea subordinata posso pensare che siano stati i servizi segreti a commissionare l’uccisione di mio fratello per consentire al giudice Gentile di spiccare i mandati di cattura sulla strage. Infatti stando alle dichiarazioni dello stesso Ciolini alla riunione organizzata svoltasi a Roma avrebbe partecipato oltre a mio fratello, Giorgi Maurizio che al momento dei fatti di Bologna si trovava in Argentina attualmente detenuto, e Pagliai Luigi, Delle Chiaie Stefano entrambi latitanti; un francese tale Danet irreperibile e poi risultato detenuto in Francia; un tedesco Fiebelrkorn irreperibile e poi costituitosi in Germania ed un altro tedesco tale Hoffman nei confronti del quale non e’ stato emesso alcun mandato di cattura detenuto in Germania. Tali persone all’ epoca dei fatti erano tutti irreperibili tranne il Giorgi che comunque aveva un’ alibi; sarebbe stato comodo pertanto far risalire tutte le responsabilità su mio fratello e sulle altre persone irreperibili”
Questi i fatti.
Caduto sul Campo dell'Onore