Angelo...
Parlare di Angelo Mancia vuol dire, per chi lo ha conosciuto e gli è stato amico, parlare soprattutto di un grande attivista del Movimento Sociale Italiano. Dotato di grande carisma, forte personalità e soprattutto di una forte carica umana; il suo nome è legato in maniera indissolubile a quello della "mitica" Sezione Talenti dell’MSI, quella di Via Ferdinando Martini 29. Quando nel 1975 mi chiese di aiutarlo a rilanciare l’attività politica nel "suo" quartiere Talenti, il suo entusiasmo mi contagiò ( e come sarebbe potuto essere altrimenti?) e nacque così un amicizia, una vera amicizia, che solo il vile attentato del 12 marzo 1980 riuscì ad interrompere tragicamente...
La dinamica è semplicissima, simile, identica a centinaia di altri agguati mortali. Angelo, fattorino del Secolo d'Italia, esce di casa per recarsi al lavoro, lo attendono in tre. Prima gli sparano alla schiena, poi il colpo di grazia alla testa. La rivendicazione arriva puntuale, i compagni della Volante Rossa rivendicano con una telefonata alla Repubblica l'omicidio del "Boia" Mancia. Dopo trent'anni dai vii omicidi della Volante Rossa c'è chi emula ancora.
Talenti alla fine degli anni ’70
Nato e sviluppatosi negli anni ’60 ad opera dei soliti palazzinari senza scrupoli, con strade strette e senza strutture pubbliche, Talenti, è ben presto diventato un quartiere dormitorio senza spazi per i giovani, costretti per vedersi a formare le solite comitive davanti ai bar della zona. Era proprio tra queste comitive che Angelo era diventato assai popolare. Simpatico ed irruento, dall’atteggiamento guascone ma allo stesso tempo rassicurante, Angelo riusciva a convincere i giovani di Talenti, che la mattina erano tormentati nei licei "rossi" della zona (Orazio e Archimede in testa...) a lasciare i bar e le bische ed a frequentare la "Sezione di Via Martini". In poco tempo si creò un gruppo molto unito che oltre alla militanza politica iniziò a dividere una grande amicizia. La militanza politica si alternò quindi ai momenti di svago, tutti trascorsi insieme: si andava insieme a sciare o al mare, mentre a primavera tutti eravamo concentratissimi sul torneo "Fiamma" che per diversi anni fu accanitamente conteso tra tutte le sezioni missine di Roma. Talenti era però accerchiato da veri e propri feudi "rossi" (da una parte S. Basilio e dall’altra Tufello e Val Melaina con il tristemente noto collettivo autonomo) ed era quindi facilmente raggiungibile dai "gruppettari". Qui più che in altre zone si viveva quindi in attesa delle immancabili aggressioni e provocazioni. Più volte respinti in piazza, ai compagni non restò
che adottare tattiche di partigiana memoria quali l’agguato, l’imboscata e l’attentato dinamitardo notturno. Un po’ tutti noi, chi prima chi dopo, chi in un modo chi in un altro ne rimanemmo vittime. Quando poi con l’istigazione dei partiti di regime, la complicità della stampa e la copertura delle istituzioni si scatenò una vera e propria persecuzione nei confronti della Destra e dei suoi militanti che assunse a Roma la forma di una vera e propria guerra civile "strisciante", agguati, assalti ed attentati alle nostre sedi e ai nostri militanti non si contarono più. " Talenti" pagò allora un prezzo assai alto con l’assassinio, nel 1977, di Bruno Giudici, papà di Enzo, intervenuto in difesa del figlio aggredito sotto casa, e con quello, nel 1979, di Massimo Cecchetti avvenuto davanti al " Baretto " di Largo Rovani. Riuscirono anche a chiuderci la sezione, in base alla famigerata legge sui "Covi", quando, in seguito ad una delle tante perquisizioni di "regime" venne trovata una tanica che, a detta degli inquirenti, doveva aver contenuto benzina per fare attentati e che, a seguito di successive analisi i cui risultati vennero rivelati solo dopo tre anni, risultò aver contenuto solo colla per manifesti! Angelo riuscì tuttavia a tenere unito il gruppo e continuammo ad essere presenti sul nostro territorio e dovunque servisse la nostra presenza in supporto dei camerati degli altri quartieri... ...si arrivò poi, purtroppo, al 1980...Massimo
Caduto sul Campo dell'Onore