Stefano Mattei (Clik immagine)
Virgilio Mattei (Clik immagine)Era la notte tra il 15 e 16 aprile ’73, nella casa popolare dove abitava Mario Mattei, il netturbino che osava fare il segretario del MSI della sezione Giarabub di Primavalle a Roma, quartiere che doveva essere e restare rosso, quando divampò un incendio, appiccato da una tanica di benzina riversata sotto l’uscio. Mario Mattei con la moglie e quattro figli riuscirono a scamparla,VIRGILIO e STEFANO no. (Virgilio e Stefano, 22 e 8 anni, il più grande e il più piccolo dei sei figli).I pompieri li trovarono carbonizzati e abbracciati vicino la finestra che non erano riusciti a scavalcare. Le immagini, immortalate da un fotografo sono raccapriccianti, e abbiamo deciso di non pubblicarle, vogliamo ricordarli così come appaiono nelle foto.
Corriere della Sera 1 Luglio 1981 (Clik immagine)La storia processuale fu molto complessa gli imputati Achille Lollo, Marino Clavo e Manlio Grillo nel primo processo, iniziato il 24 febbraio 1975 si concluse con un assoluzione per insufficienza di prove
Vennero accusati per la strage tre militanti di Potere Operaio; nel giudizio di primo grado i tre vennero assolti, e la motivazione ha dell'incredibile, "Non era in condizioni psichiche normali, Strage di Primavalle, nullo il processo, tre assolti per infermità di un giudice" ( Corriere della Sera 01 Luglio 1981 ) mentre il pm Domenico Sica aveva chiesto come pena l’ergastolo! Da quanto risulta è l'unico caso in Italia di questo genere, ha dell'incredibile.
La polizia lavorò subito sull’ipotesi dell’autodistruzione, in quanto le vittime possono solo essere di sinistra e i carnefici solo fascisti. L’ipotesi è la seguente: o quei missini scalmanati stavano preparando una bomba o avevano preso fuoco le vernici e solventi da imbianchino che il capo famiglia teneva nella camera dove dormivano Stefano e Virgilio.
I vendicatori del popolo erano dei signorini che avevano studiato greco al liceo classico, il loro nemico di classe un monnezzaro che aveva fattoI Fratelli Mattei nel loro ultimo viaggio (Clik immagine) solo la scuola dell’obbligo!. In un altro processo (20 anni dopo), verranno riconosciuti colpevoli, ma in carcere finì solo Achille Lollo, gli altri due scapparono in Svizzera, dove dicono che tuttora facciano i latitanti di lusso e nessuno li cerca. Ma tanto, "uccidere un fascista non è reato", e sui giornali si leggevano gli inviti a "chiudere le sedi dei fasci con il fuoco......"
Franca Rame scrive una lettera non si ritiene di dover commentare
"Caro Achille, ti ho spedito un telegramma non appena saputo del tuo arresto, ma oggi ho saputo che i telegrammi in partenza da Milano hanno anche 15 giorni di ritardo. Arriverà che sarai già uscito. Ieri e oggi i giornali parlano di te dando ottime notizie. Caduta l'imputazione di strage. Bene! Sono contenta. Quello in cui spero tanto è che al giudice Sica capiti quello che è capitato anche a Provenzale. Così, dopo aver provato sulla propria pelle quello che vuol dire la prossima volta staranno attenti (a loro o ad un loro figlio). Comunque credo che tu sia un pò contento. Anche il fatto ridicolo degli esplosivi seguirà l'altro, anche perchè di esplosivi non ne avevi. Io non ti conosco, ma come molti sono stata in grande angoscia per te. Ho provato dolore ed umiliazione nel vedere gente che mente, senza rispetto nemmeno dei propri morti. Dolore di saperti protagonista di quel dramma scritto da un pessimo autore. Ti ho inserito nel Soccorso rosso militante. Riceverai denaro dai compagni, e lettere, così ti sentirai meno solo. Comunicami immediatamente la tua scarcerazione, che avverrà prestissimo. Se Corriere della Sera, le convivenze (Clik immagine)puoi scrivi. Un fortissimo abbraccio."
Continuando..
Nel libro : “Collettivo Potere Operaio. Primavalle: Incendio a porte chiuse. Giulio Savelli, 1974”, nella nota dell’editore nella prima pagina ed al secondo paragrafo, si scrive: « La montatura sull’incendio di Primavalle non si presenta come il risultato di un meccanismo di provocazione premeditato a lungo e ad alto livello, tipo «strage di stato», «Primavalle» è piuttosto una trama costruita affannosamente, a «caldo» da polizia e magistratura, un modo di sfruttare un’occasione per trasformare un “banale incidente” o un oscuro episodio – “nato e sviluppatosi nel vermiciaio della sezione fascista del quartiere” – in un’occasione di rilancio degli opposti estremismi in un momento in cui la strage del giovedì nero con l’uccisione dell’agente Marino – avvenuta a Milano 3 giorni prima – ne aveva vanificato la credibilità. »Gli altri componenti della banda assassina (Clik immagine)
Oltre alla tempesta informativa scatenata da Potere Operaio senza dubbio anche le posizioni del quotidiano romano il Messaggero parvero strane, sino a quando vengono rivelati i nomi degli altri componenti della squadra assassina e spunta il nome di Diana Perrone, figlia dell'ex proprietario del Messaggero a quasi trent'anni la verità cerca di venire a galla.
Caduti sul Campo dell'Onore