Vittorio Ferri (Clik immagine)Studente universitario di Scienze Economiche, figlio di un commerciante, giovane attivista del nascente MSI. Fu seviziato ed ucciso nel 1948 durante i disordini che seguirono l'attentato a Togliatti a Pisa. Manifestanti comunisti passavano nei pressi mentre Vittorio si trovava sul marciapiede sul Borgo stretto, vicino al negozio del babbo. Lo videro e lo rincorsero al grido "fagli al fascista". Stava riuscendo a salvarsi essendo saltato di
Articolo, data e testata sconosciute (Clik immagine)corsa su una carrozza di un Vetturino che si allontanava coi cavalli. Senonchè la carrozza irruppe in Piazza dei Cavalieri, dove c'è la Normale di Pisa. Ivi c'era proprio il comizio comunista. Fu circondato, sparò sette colpi in, di cui due in aria e cinque ad altezza uomo, per cercare di farsi largo, ma non è l'unico a sparare quattro colpi po raggiungono, ormai agonizzante viene trascinato giù dalla carrozza e linciato o meglio infierirono bestialmente su un uomo agonizzate per poi sparargli alla testa. Sull'episodio della pompa di bicicletta introdotta nell'intestino per aumentarne le sofferenza l'autopsia lo escluse, ma chi ricorda quel giorno ne parla come assoluta verità.
Il processo non farà piena luce su chi effettivamente esplose il colpo alla testa e nemmeno su chi e quanti parteciparono al bestiale linciaggio. Nel 1952 fu condannato dalla corte d'Assise tal Ivo Senesi (partigiano della Nevillo Casarosa ed iscritto al PCI) in quanto i Carabinieri nel vano tentativo di fermare il linciaggio l'avevano visto sferrare un calcio alla testa dell'agonizzante Vittorio' alla pena di 9 anni e quattro mesi. L'altro imputato Nello Bensi fu prosciolto per sopraggiunta morte. L'imputazione era di concorso in omicidio volontario per aver infierito su una persona agonizzante.
Non so, giuridicamente, come debba essere inquadrato il gesto di Ivo Senesi, ma l'unico pensiero che mi martella il cervello è come un essere umano, no scusate, un essere possa infierire a calci su un uomo morente, e cosa abbia pensato quando è rientrato a casa. dalla sua famiglia... bestia senz'anima.
Da "Autobiografia di un fucilatore" di Giorgio Almirante: "Quando a Pisa fu massacrato a scarpate il nostro primo giovanissimo martire, un giovane di vent'anni che si chiamava Ferri e che era colpevole di aver assistito ad un mio comizio, peraltro tanto disturbato da essere impedito, fu subito chiaro che quel ragazzo era un nostalgico (di che, se aveva vent'anni?) e che i suoi massacratori, oggi regolarmente in libertà, difendevano la democrazia".
Caduto sul Campo dell'Onore