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La storia di Achille Billi, morto il 5 aprile del 1949 a Roma, racconta tanto. Racconta della voglia dei reduci della RSI di continuare a La Bara di Achille esce dalla Chiesa salutata a braccio teso (Clik immagine)battersi nelle strade, racconta di come le indagini arrivino a conclusioni rocambolesche, un tragico preludio allo slogan "La resistenza l'ha insegnato, uccidere un Fascista non è reato"

Terminata da poco la seconda guerra mondiale, migliaia di giovani ripresero alcune intuizioni del Regime Fascista appena caduto. I reduci della RSI, decisero di dar vita, cosi, ad un nuovo partito dal nome “Movimento Sociale Italiano” con a capo uno dei leader più carismatici: Giorgio Almirante. In quel periodo, il neofascismo fu  un fenomeno nebuloso,  spesso si muoveva senza alcuna organizzazione e ben diverso dalla preparazione militare dei "liberatori". A Roma, come in altre città italiane, il clima era molto teso. Manifestazioni non autorizzate, pestaggi, attentati dinamitardi erano alla base della vita quotidiana.

Non mancò il primo assassinio di quella stagione. Il 5 aprile 1949, Achille Billi, poco più che ventenne, fu assassinato con un colpo di pistola, alla nuca, imbavagliato con un fazzoletto tricolore e gettato su una barca alla deriva sul Tevere. 

Nato nel 1929, ex volontario della RSI nel battaglione San Marco, iscritto nelle fila del Movimento Sociale Italiano/Arditi d’Italia e militare di professione, Achille Billi, fu il primo caduto  “Cuore Nero” della storia politica italiana. Al suo funerale, l’8 aprile, quando il feretro uscì dalla chiesa del cimitero di Verano, migliaia di giovani alzarono il braccio per l’ultimo saluto. La scena fu immortalata dai fotografi presenti alle esequie, e una di quelle fu pubblicata, un mese dopo, su una riviste americana “Life” come copertina settimanale . Il delitto Billi, non fu mai risolto, anzi, passò da omicidio a suicidio. A sostenere questa tesi  fu il Questore di Roma, Saverio Polito, che in un primo momento parlò subito di delitto politico, la tesi era quella di una faida interna, tesi che poi fu ripresa molte volete.  Otto giorni dopo, presentò alla stampa un dossier nel quale evidenziava che Achille Billi si era suicidato. Come può un uomo, tenere la pistola nella mano destra e puntarla alla parte sinistra della nuca? Mistero. Ma per il sistema Achille si è suicidato, il primo dei tanti suicidi di questa democrazia.

Caduto sul Campo dell'Onore

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