"Verso le ore 3 della notte del 19 maggio 1974, in piazza del mercato di Brescia, lo studente Silvio Ferrari di anni 21, veniva dilaniato dall’esplosione di un ordigno a orologeria che trasportava sulla motoretta e con cui si apprestava a compiere un attentato. Sul luogo dell’esplosione, accanto al corpo smembrato del giovane e al motomezzo distrutto, veniva trovata una pistola Beretta cl. 7,65 con caricatore inserito ed altro caricatore con delle cartucce sparse al suolo. Sul posto venivano altresì rinvenute delle copie bruciacchiate del giornale “Anno Zero” che rivelavano l’appartenenza dell’attentatore a tale gruppo eversivo dell’estrema destra." (Sentenza G.I. strage di Brescia 17.05.1977)
In queste poche righe a descrizione dell'evento, ricostruito per altro anche nella requisitoria del PM e nella sentenza d'appello del 19/04/85. Curioso il fatto che il 19 maggio una perquisizione in casa di Silvio dette esito negativo, ma il 9 giugno in occasione di una seconda perquisizione fu rinvenuto dell'esplosivo celato in un armadietto nel seminterrato adibito a deposito.
Il giorno del funerale numerosi Camerati gli resero omaggio con il Rito del Presente portando una corona di fiori. I funerali vennero celebrati il 21 Maggio, con l'inevitabile "furoreggiare" degli antifascisti. Al funerale parteciparono numerosi Camerati appartenenti a differenti formazioni politiche. Venne posta una corona di fiori con il simbolo dell'Ascia Bipenne, nello stesso giorno ed il giorno successivo vi furono degli scontri con elementi comunisti che volevano impedire il posizionamento di un mazzo di fiori sul luogo dell'assassinio.
Quello che emerge dagli atti, versione data anche lo stesso giorno durante il funerale dai partecipanti, è che Silvio sia stato assassinato. Su chi potesse essere responsabile dell'assassinio qualche riflessione è d'obbligo. La prima nasce nell'osservare la foto dei resti terreni di Silvio (Attenzione, le immagini che seguono sono molto forti, se ne sconsiglia la visione a un pubblico impressionabile, riservate a pubblico maggiorenne. Proseguendo accetti le condizioni e dichiari di essere maggiorenne) e dalla domanda susseguente: come può, come asserito dalle ricostruzioni giudiziarie, un ordigno concepito per un attentato avere delle conseguenze così limitate seppur mortali ? il corpo di Silvio appare integro, solo gli arti inferiori appaiono devastati. Si deve poi considerare che il gruppo cui apparteneva Silvio era un gruppo molto ristretto, molto coeso e sopratutto molto giovane ove quindi sarebbe stato abbastanza difficile inserire qualcuno di esterno (leggasi poliziotto o carabiniere). Sembra incomprensibile, che Silvio potesse trasportare un ordigno innescato, violando le minime regole di sicurezza nel trasporto di tali congegni, su un ciclomotore ove vibrazioni e scariche elettrostatiche avrebbero potuto innescare un'esplosione. Appare strano anche il ritrovamento di copie della rivista Anno Zero "bruciacchiate" come strana la telefonata anonima di due giorni prima che segnalava un attentato alla discoteca "BlueNote", come se si volesse costruire una "verità" poi confermata da fatti successivi. A questo punto del ragionamento appare plausibile che Silvio non sapesse di stare trasportando un ordigno esplosivo, artatamente occultato nel ciclomotore, sufficientemente potente per provocare lesioni mortali, ma sufficientemente piccolo per non essere notato da Silvio, sopratutto di notte e dopo aver bevuto qualche bicchiere di vino. L'innesco poteva benissimo essere doppio, con l'avvio del ciclomotore avvio della sveglia con conseguente esplosione.
Che ad eseguire l'operazione fossero apparati di sicurezza appare poco plausibile, un operazione di questa portata non poteva essere affidata ad agenti giovani, con limitata o nessuna esperienza, si ricorda che il gruppo di Silvio era costituito unicamente da ragazzi molto giovani (a ciò si aggiunga una considerazione; difficile credere che un poliziotto o un carabiniere potesse prendere in considerazione l'ipotesi di effettuare un simile assassinio). Resta plausibile che l'operazione sia stata condotta da appartenenti all'area antifascista radicale o anarchica. E' un pensiero, un tarlo, ma il dovere di pensare guardando i fatti con la maggiore obbiettività possibile è d'obbligo.
Caduto sul Campo dell'Onore