Carlo Falvella è insieme ad un altro camerata, Giovanni Velia, che verrà anch’egli ferito. I due non hanno neppure il tempo per reagire all’agguato che vengono colpiti a coltellate; la lama di Marini si conficca due volte nel cuore di Carlo. Carlo aveva seri problemi alla vista e sarebbe diventato cieco, per questo volle iscriversi a Filosofia per poter lavorare anche da cieco, e nonostante la sua menomazione fisica credeva e lottava senza risparmiarsi per l'Europa millenaria.
Giovanni Alfinito nella deposizione resa l'8 luglio 1972:
«Mentre percorrevamo via Velia, per rincasare, all'altezza di uno spiazzo che si trova sulla destra, io e Carlo abbiamo notato il gruppo avversario al quale si era aggiunto anche un terzo che conoscevamo già di vista, di tendenza anarchica o di estrema sinistra. Nell'incrociarci c'è stato uno scambio di sguardi piuttosto insistente, tanto che quando ci hanno superato ci siamo girati per guardarci vicendevolmente. Eravamo distanti dieci-quindici metri quando il terzo, il più alto dei tre, il capellone, il terzo dei feriti che mi dite chiamarsi Mastrogiovanni, si è portato verso di noi. È iniziata una discussione alquanto vivace, Mastrogiovanni ha iniziato con il dire: "Andate via!". Improvvisamente mi ha dato uno spintone. Ho resistito, la discussione tra noi è continuata. A quel punto ho visto sopraggiungere il Marino (Marini, ndr) armato di coltello, che brandiva nella mano destra, e gridava una frase che non ho ben compreso, ma che voleva significare:"Mi sono scocciato!". Mi ha vibrato una coltellata al basso ventre che io per caso sono riuscito ad evitare in parte....Ho visto Marino vibrare qualche coltellata all'indirizzo di Falvella, il quale riusciva a parare i colpi difendendosi. Durante questa colluttazione però è caduto, mentre Marino continuava a colpire. Il Falvella si è rialzato ed è riuscito a disarmarlo.» (Testimonianza di Giovanni Alfinito.)
Arrestato poco dopo Marini. verrà condannato a soli nove anni ci carcere, ne sconterà meno di quattro e in pieni anni Settanta, tornerà all’attività "politica" dell’estrema sinistra. Già perché allora si poteva tranquillamente urlare e scrivere: " La resistenza l'ha insegnato, uccidere un fascista non è reato ! " Giusto per precisare il clima durante il processo Dario Fo e Franca Rame appoggiarono clamorosamente l'assassino esaltandolo come un poeta che si era "solo difeso" . All'assassino furono anche concessi numerosi premi letterari.
Vogliamo anche proporre la fantasiosa campagna innocentista di Soccorso Rosso
Poco dopo l'omicidio e la confessione di Marino, Soccorso Rosso Militante organizzò una campagna tesa a dimostrare l'innocenza di Marini e nel 1974, nel corso del processo, pubblicò un pamphlet intitolato "Il caso Marini" nel quale si illustrava una posizione di difesa nei confronti dell'anarchico. Parteciparono alla stesura del documento Pio Baldelli, Lanfranco Binni, Marco Boato, Sandro Canestrini, Dario Fo, Giambattista Lazagna, Roberto Matta, Franca Rame, Giulio Savelli, Giuliano Spazzali e Pietro Valpreda. Soccorso Rosso propose una ricostruzione dei fatti in cui Falvella e Alfinito, oltre ad essere accompagnati da un'altra decina di fascisti, sarebbero stati anche armati di coltello.
«Contemporaneamente arriva di corsa un gruppo di una decina di fascisti, fra i quali Falvella e Alfinito che si precipita addosso a Mastrogiovanni, a Marini e a Scariati. I fascisti sono armati di coltello. Mastrogiovanni viene colpito ad una coscia, Marini si precipita a difenderlo. Nel corso dello scontro una coltellata di striscio colpisce il fascista Falvella al petto, all'altezza dell'aorta. Anche Marini viene ferito ad un braccio. La reazione dei tre compagni mette fine all'aggressione.» (Secondo la ricostruzione di Soccorso Rosso Militante.)1
Sempre nel 1974 il "Comitato Anarchico G.Marini" di Firenze fece pubblicare un altro libro inchiesta dal titolo "Se scampi ai fascisti ci pensa lo Stato". Da segnalare anche un "pregevole" articolo apparso sul Corriere della Sera del 6 Aprile 1976 in pieno stile innocentista.
Ma.. 26/12/01 "....ieri sera ha raggiunto il meritato inferno, l'infame alcolizzato Marini, militante dell'area anarchica, che per l'omicidio di un ragazzo ha scontato appena 4 anni. Ma il Signore è grande..la vendetta lenta ed inesorabile è arrivata negli anni...si era ridotto ad una schifosa larva umana, faceva il giardiniere per il comune, l'assistente sociale (forse un premio dalla repubblica antifascista); le zecche di tanto in tanto gli regalavano le sigarette. In questa Italia schifosa aveva addirittura vinto un premio per la sue "poesie". Adesso è all'inferno ad aspettare di essere raggiunto da tutti quelli che come lui, si sono sporcati le mani con il sangue degli innocenti. Non eravamo ancora nati, e pure quel Tuo volto pulito, negli anni ci è diventato così familiare...Carlo...un ragazzo come Noi...un Camerata che non aveva mai fatto del male a nessuno...uno studioso...un bravo ragazzo..."
Caduto sul Campo dell'Onore
Note
- Luca Telese, Cuori neri, Sperling & Kupfer Editori, Milano, 2006, pag. 44