AngeloA Roma il clima in quel periodo era "caldo". Le varie organizzazioni di sinistra avevano scatenato una intensa e massiccia campagna di "antifascismo militante". L'obbiettivo era quello di rendere impossibile la lotta politica della gioventù Nazional Popolare. Le sedi del FdG e del MSI venivano regolarmente attaccate, nelle scuole i camerati venivano sottoposti a processi popolari ed ad ogni tipo di umiliazioni. Tuttavia l'attività politica continuava ed allora scattò l'ultima offensiva che causò la morte di quattro camerati nel giro di dieci giorni.
La prima vittima fu Angelo, 31 anni, attivista del MSI nella sezione del quartiere Portuense, il primo caduto di quella che diventò nei dieci giorni successivi "il tiro al fascista".
Sulla dinamica omicidio di Angelo non c'è piena chiarezza. Angelo era un camerata molto vicino a Sandro Saccucci ed era presente durante gli scontri di Sezze Romano avvenuti l'anno precedente. La verità è sapere e sopratutto rende giustizia ad Angelo, Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. di restare fedele al motto che ci ha accompagnato nella nostra gioventù Il Nostro Onore si chiama Fedeltà.
Prima versione
Angelo, come sempre, alle 8:15 del mattino, uscì di casa per andare al lavoro. Il suo maggiolone Volkswagen rosso aragosta era parcheggiato a pochi metri dal portone. Ad attenderlo un sicario a volto scoperto. Tre colpi di pistola in pieno petto e Angelo Pistolesi cadde esamine al suolo.
L’assassino, tolti i guanti e gettati nel cortile del condominio, fuggì su una vecchia Fiat 600, rubata a Monteverde il giorno prima, scomparendo nel nulla. Intanto, Angelo Pistolesi, fu caricato in auto da Franco Graziosi, fratello di un’agente di pubblica sicurezza, e trasportato d’urgenza all’ospedale San Camillo. Morì per emorragia. Uno dei tre colpi aveva perforato la colonna vertebrale e reciso l’aorta. Un lavoro preciso e pulito. Dopo poco una rivendicazione con la sigla “Nuovi Partigiani”. Sul luogo dell’agguato giunsero i primi militanti lasciando sulla strada fiori e inscenando una breve manifestazione. I funerali e la sepoltura si tennero in forma riservata per volontà dei familiari. Il segretario, Giorgio Almirante, diede disposizioni, alla Federazione e al Fronte della Gioventù di Roma, di evitare qualsiasi forma di partecipazione in segno di rispetto.
Seconda versione
Lotta ContinuaAngelo Pistolesi è stato uno dei tanti giovani che sono caduti sotto i colpi del terrorismo rosso. Militante del quartiere Portuense (ricordano Benvenuti, Marchi e Palma) la sera del 28 dicembre 1977 fu chiamato al citofono di casa dal suo assassino o da suoi assassini, forse con la scusa di dover consegnare un pacco ed uscito dal portone in Via Statella al Portuense, fu fermato per sempre da una scarica di pallottole che lo raggiunsero in pieno petto. L’azione poi (ricordano Benvenuti e Marchi) venne rivendicata con toni eroici dai Nuovi Partigiani.
Riteniamo di dover pubblicare un ritaglio della prima pagina di Lotta Continua del 29 Dicembre 1977. Quello che colpisce non è tanto il corsivo, ma il titolo. In un qualche modo non è stata uccisa una persona, ma un Fascista quasi a voler dire che un Fascista non è un essere umano ma semplicemente un Fascista. Come non pensare ai deliranti programmi di Radio Onda Rossa. Questo era il clima, ma sopratutto questa era la mentalità in quegli anni.
La rivendicazione, anche in questo caso, arriva immediata e l'azione viene rivendicata con toni eroici dai "Nuovi Partigiani". Inutile dire che mai furono individuati gli assassini.
Caduto sul Campo dell'Onore