Enrico Pedenovi (Clik immagine)29 Aprile 1976
Viene ucciso a Milano, il consigliere comunale del MSI, Enrico Pedenovi, dalla nascente formazione terroristica Prima Linea. L'agguato fu realizzato alle sette del mattino aspettando Enrico che si recava al lavoro. Pare che l'attentato fosse stato realizzato da aspiranti terroristi che, con l'uccisione di Pedenovi, volevano accreditarsi come "militanti rivoluzionari antifascisti".
Il nome di Pedenovi fu pubblicato in una lista di proscrizione del giornale “Lotta Continua” dal titolo “Pagherete tutto”, insieme ad altri militanti della destra milanese e fu facile bersaglio da colpire.
Nell'ambito del maxiprocesso a Prima Linea celebrato nel 1984 a Milano, la Corte d'Assise del capoluogo lombardo emise due condanne all'ergastolo per Bruno La Ronga e Giovanni Stefan, ritenuti esecutori materiali dell'omicidio. Il terzo membro, Enrico Galmozzi, ricevette una La Bara di Enrico portata a spalla, in primo piano Giorgio Almirantecondanna a 27 anni grazie al riconoscimento delle attenuanti generiche concesse in quanto smesso l'atteggiamento irriducibile e accettato il dibattimento processuale. Piero del Giudice, un altro membro dell'organizzazione, venne condannato a 28 anni come concorrente morale nell'omicidio. Al momento della sentenza, Stefan risultava latitante.
Corriere della Sera 03/02/81 (Clik immagine)
Dagli atti del processo emerse che Pedenovi era stato scelto come vittima per via della facilità con cui si sarebbe potuto attaccare. Dopo un primo esame di alcuni dei nomi pubblicati sulla lista di Lotta Continua, si scoprì che probabilmente il commando aveva scelto Pedenovi per via delle sue azioni metodiche e per la sua sostanziale assenza di sospetti e difese. La sentenza della Corte di Cassazione modificò in parte le sentenze: ridusse a 29 anni l'ergastolo di La Ronga, confermò i 27 anni di Galmozzi e l'ergastolo a Stefan, ed assolse Del Giudice.
Caduto sul Campo dell'Onore