Acca Larentia i ricordi di un 17 enne Nel 2002 fu pubblicato il primo studio integrato sui caduti dopo il 1945, moltissimi vollero dare il loro contributo, testimonianza che al di la delle scelte politiche di ciascuno nessuno dimentica ...Caro Giancarlo sarei molto contento se anche altre persone potessero leggere quanto da me inviato, specialmente per i più giovani che oggi vivono la militanza politica praticamente (e fortunatamente ) all'acqua di rose, e comunque non potranno mai e poi mai immaginare l'aver vissuto quegli anni e quei giorni ai tempi delle varie; lotta continua, autonomia operaia, anarchici vari, etc.etc. ho qualche anno meno di te, (ho cominciato a fare politica nella metà degli anni settanta) ma le semplici scazzottate erano già finite da qualche tempo e la parola era spesso lasciata alle armi.... Un caro saluto .." Oggi 06/04/2002 per la prima volta ho visitato il Vs sito e subito mi sono andati gli occhi sull’articolo di Acca Larenzia e nel rileggere i fatti ho cominciato a piangere, a tremare e a ricordare. La mia mente torna a quel giorno, allora avevo 17 anni e fino ad un’ora prima dell’esecuzione ero all’interno della sezione, ma non ricordo si preparasse alcun tipo di volantino o volantinaggio e poi non era un polveroso stanzone anzi c’era il sotto che era spazioso e anche un piccolo ufficio ricavato sopra .Abitavo nei dintorni di Via Delle cave e quel giorno uscito dalla sezione andai con altri amici in giro nei dintorni di casa con la moto che avevo acquistato da poco tempo quando all’improvviso cominciai a sentire diverse sirene che passavano nelle vicinanze e sentii voci che parlavano di sparatorie e feriti, incuriosito in moto andai su via delle cave, lasciai la moto nei pressi del bar all’angolo con v. Acca Larenzia e andai in direzione delle scale, che uniscono v.delle cave con v. Evandro e vidi, proprio davanti al parrucchiere una persona stesa in terra era Francesco Ciavatta, ancora vivo lo chiamai Francesco, Francesco, gli detti due schiaffetti sul viso non capivo cosa fosse successo, poi mi accorsi che c’erano due o tre buchi di proiettile sul giubbotto di pelle nera, non c’era nessuno intorno a noi e continuavo a sentire le sirene che però si dirigevano verso via Evandro ma nel frattempo Francesco stava morendo, attraversai le scale di corsa e scesi dall’altra parte dove vidi la porta della sezione chiusa e un corpo appoggiato ad una colonnina di cemento nei pressi dell’autosalone confinante con la sezione, mi avvicinai a quel corpo esanime, era letteralmente crivellato di proiettili, irriconoscibile, che era Franco Bigonzetti lo seppi il giorno dopo, vissi una scena che non dimenticherò per tutto il resto della mia vita, poi cominciò ad arrivare la polizia e tornai verso Francesco, ma nel frattempo c’erano i medici dell’ambulanza che lo stavano caricando sicuramente era già morto, frastornato ripresi la moto e me ne andai a casa e continuavo a sentire sirene a tutto spiano cercai di tenermi informato sui fatti seguendo i telegiornali anche il giorno dopo, non uscii di casa dal pomeriggio prima, seppi poi di quello che successe a Stefano Recchioni che se non ricordo male rimase ucciso durante i tafferugli all’angolo di L.go Orazi e Curiazi da un capitano dei carabinieri tale Sivori. So che Stefano rimase tra le braccia di Francesca Mambro, all’epoca una diciannovenne come tante, una ragazza acqua e sapone, dolcissima e bella ,molto bella, capelli a caschetto biondi e sempre in jeans, sicuramente quella serata le cambiò la vita. Questa è la storia da me vissuta, non è inventata è la pura verità, da allora non frequentai più la sezione rimasi molto scosso da quanto accaduto perché al posto loro avrei potuto esserci io. Non conoscevo Stefano Recchioni ma ero un buon amico di Francesco e Franco due ragazzi che non meritavano la fine che hanno fatto Franco poi era solo di passaggio, in sezione veniva molto poco, a differenza di Francesco che era proprio attivista di Via Noto ma spesso stava al tuscolano. Ricordo qualcosa anche di altri camerati morti tipo Zicchieri che fu ucciso davanti la porta della sezione prenestino ed era in compagnia di Luchetti Marco se non erro, che rimase leggermente ferito, poi seppi di Angelo Mancia, soprannominato la tigre di talenti, personaggio ricordato e rinomato per ciò che fece, in quegli anni purtroppo volavano spesso pallottole. Questa mia è soltanto una piccola testimonianza di quando la politica era sporca davvero, e la sera prima di rientrare a casa ci si guardava sempre alle spalle.
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